EUROPE: Voglia di ristampe
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Alla Rock Candy mancava ‘Prisoners In Paradise’ per completare le ristampe inerenti al periodo luminoso di Tempest e compagni, ovvero quello che abbraccia l’arco temporale tra il 1986 ed il 1991. La riedizione non contiene tracce extra, ma gode di un audio, remastered e reloaded, di altissima qualità: la pulizia del suono è impressionante quanto sia nitido e corposo, producendo un effetto live da palco entusiasmante. Un album molto apprezzato, ma che non raccolse in termini commerciali quanto sperato, soprattutto dal mercato americano: circostanza insolita dopo l’immane impatto che ebbero i due precedenti, (multi)milionari, dischi (‘The Final Countdown’, ‘Out Of This World’), che resero gli Europe delle star mondiali. Nonostante una gestazione un po' travagliata, a causa delle ingerenze della casa discografica sulla scelta del titolo del disco, pensato come ‘Seventh Sign’, successivamente ricaduto sul definitivo ‘Prisoners …’, ma anche sulla richiesta di scrivere nuovi brani ritenuti non idonei, "New Love In Town" sarà ripescata per ‘Last Look At Eden’, mentre "Bring It All Home" verrà ripresa per ‘Bag Of Bones’, l’album è una bomba! E poi ci fu il tema produttore: gli svedesi bussarono alla porta di Bob Rock (Bon Jovi, Kingdom Come, The Cult, Motley Crue), alle prese in quel periodo con la gestazione del black album dei Metallica, così virarono su Beau Hill (Ratt, Warrant, Alice Cooper, Winger, Kix ed altri). L’esperto produttore conferì al disco un suono potente e pesante, affine ad alcune produzioni pazzesche del periodo siglate Steelheart, Heaven’s Edge, House Of Lords e Skid Row, senza tralasciare la componente melodica, così preponderante per gli Europe. La scrittura di ‘Prisoners…’ è considerevole ("Halfway To Heaven", "Seventh Sign", la title track, "Bad Blood" e "Girl From Lebanon"), frutto di una band con le idee chiare di come dovesse suonare il disco, con uno strepitoso Kee Marcello alla chitarra, supportato da un dinamitardo Ian Haugland che picchia sui tamburi come un maniscalco. A voler trovare il pelo nell’uovo, ‘Prisoners ...’ difetta di quella hit che fu la chiave di successo per i due illustri predecessori, una pecca pagata a caro prezzo.
P 1991-2024 Rock Candy Records
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