WHEELS OF FIRE: All In

Lenta, ma inesorabile la crescita della scena rock melodica nostrana. Ci siamo lasciati alle spalle un’annata, quella del 2024, a dir poco pazzesca e ricca di piacevoli sorprese, per ripartire con il botto. I Wheels Of Fire si giocano il quarto asso, quello di denari il più pregiato, perché consapevoli e forti di un dischetto che, come dicono gli anglofoni, è un killer album! "Fool’s Paradise", scelto come per testare il campo come primo singolo ha già fatto breccia da qualche settimana, solleticando l’appetito e la voglia di ascoltare la versione integrale di ‘All In’: il gruppo nostrano, oggi ridotto a quartetto, non gioca d’azzardo, ma rilancia con un album a dir poco scintillante. Un plauso a Priori e Barbieri per i meravigliosi suoni, come diamantini incastonati in preziose canzoni, ‘All In’ rientra nella categoria di quei dischi esaltanti. Quando il gruppo scalcia come un mustang selvaggio è una gioia per le orecchie, sanno macinare riff appassionanti come pochi altri: un brano come "Fool’s Paradise" nelle mani di qualche ex big degli ’80 ne rilancerebbe la carriera (Bon Jovi, Europe e compagnia ex lungocrinita al seguito), oppure il riff circolare di "Under Your Spell" alla Neal Schon (Journey, Hardline) che mi fa impazzire. Il duo Blades/Gillis si venderebbe le rispettive madri se riuscisse a tirare fuori dal cilindro il tris mozzafiato "Neverland", "EmpTV" e "9.29": Night Ranger e Damn Yankees rappresentano bene le coordinate musicali dei Wheels Of Fire. L’album naviga in un mare magnum di melodia radiosa, bilanciato tra sonorità AOR cristalline ed il class metal californiano, che si alterna a momenti soft profondamente romantici. "Invisible" è una canzone di una bellezza spropositata, interpretata con profondo trasporto emotivo da Dave Rox: top rock ballad italiana di sempre! ‘All In’ supera ogni più rosea aspettativa, l’enorme sforzo a cui si è sottoposto il gruppo ha dato i suoi frutti, perché nulla arriva mai per caso.