FIGHTER V: Heart Of The Young
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11/10/2024Effetto boomerang il secondo progetto ‘Heart Of Young’ degli svizzeri Fighter V. Formazione potenzialmente vincente, e quasi interamente nuova (batterista e tastierista, tra i fondatori). Prezioso cambio di voce con l’ingresso di Emmo Acar. Classificati melodici con l’esordio ‘Fighter’ del 2019. Ma c’è qualcosa di più in questo ritorno che va oltre la loro impronta melodica, per così dire omogenea con il panorama musicale attuale. E’ un’arma che, da semplice arma di circostanza, per il suo sound iniziale (ancora legato al suo debutto), poteva diventare ancora più efficace se la sua struttura anti-omologazione melodica fosse stata più continuativa in tutto l’album. Il taglio di alcune tracce (le iniziali e le finali), avrebbe reso il boomerang ancora più aerodinamico. E la diffusione di questo progetto non con il singolo fuorviante “Power” (che vede la presenza della voce ospite John Diva), o con il singolo radiofonico “Eye To Eye” (una sorta di Survivor resi più plastici e sintetici), ma con una delle composizioni centrali del disco, più identificativa (e peculiare del progetto), per quella sua caratteristica di riconoscimento, avrebbe mostrato più facilmente la loro abilità di rielaborare il rispetto della melodia, utilizzando blues e groove. Piacevolmente investita dall’hard rock più sincero presente in gran parte del disco, posso affermare che I Fighter V di questo album possono far riavvicinare quelli come me che si erano allontanati dall’hard rock melodico. Le proprietà AOR ci sono: armonizzazioni delle voci, un retrogusto adulto da Gotthard nel periodo ‘Homerun’ (2001), che si ossigena con una matrice autentica da Whitesnake resa possibile dalle doti vocali ed interpretative del cantante e dal basso di Roman Stalder. Le composizioni sono fresche e dall’effetto cupido, e anche crossover per gli innesti rispettosi alla Deep Purple, ma sempre in armonia con il tipico sottofondo (anni ’80) di tastiere, proprio del genere. “How Long” è la traccia che ha sollecitato la mia attenzione. Un mix tra Van Halen/Sammy Hagar e gli Strangeways: é l’arte che fa sognare, che con linee meditate, ma morbide, scuote i tappeti dei tuoi desideri! Persuasiva quell’armonia vocale (si ritorce: la devo cantare e ricantare). “Speed Demon” estrapola insegnamenti da “Burn”. E’ un ruvido fast forward rock & roll (non di facile esecuzione), che splende di propria autonomia grazie allo speciale arpeggio iniziale ed al ripristino del manto melodico finale. In “Bringing It Back” il riff delle sei corde è riemulato dalla dote di Emmo Acar, il solo di chitarra duetta con il sax: semplicità che incanta. Riecchegia la sensualità di David Coverdale in “Miracle Heart”, traslata dalla band su quei tasti brillanti AOR (Journey/Survivor), enfatizzati dai colpi di batteria e da sfarfallamenti di chitarra. Miracoloso il trasporto di questi giovani musicisti. Emmo Acar è portatore di sentimento da serpente bianco. In “Speed On A Landmine” i Fighter omaggiano il groove proprio dell’hard rock che ha fatto loro scuola (VN/DP), armonizzandone i cori e controcori. In “I’m There” si increspa la voce e il mio cuore si arriccia. Questo disco è un contrappunto che mi intrattiene in un percorso di cui avevo perso fiducia e quasi abbandonato. Dategli una possibilità, chissà quanti ganci di trattenuta potreste scoprire! Attualmente la band svizzera è in tour con Axel Rudi Pell.
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