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BEHOLDER: LETHAL INJECTION

data

24/07/2004
76


Genere: Power Metal
Etichetta: Dragonheart
Anno: 2004

Un rettile può cambiar pelle, ma non cambia il cuore. E così, come introduce una delle canzoni scritte dal buon Manuel Agnelli, i Beholder sono tornati con un nuovo album e con una nuova formazione. Sempre legati al loro Power Metal massiccio e maestoso, particolareggiato dal sempre piacevole duetto tra i due singer Patrick e Leanan. Con l'abbandono del chitarrista Matt Treasure il povero Markus Mayer s'è ritrovato a svolgere il doppio del lavoro ma questo non ha influito sulla resa del prodotto finale. Al basso ora troviamo Ace Raven, proveniente dalla power metal band dei Derdian, in sostituzione del dimissionario Andy McKein. I "nuovi" Beholder hanno composto Lethal Injection, il loro terzo album che rappresenta un ulteriore evoluzione del loro sound. I tempi sono cambiati da quando il combo proponeva il suo primo Power Metal, più canonico e dedicato a tematiche medievaleggianti. La vena che ha preso vita nel successivo "Wish For Destruction" in questo nuovo album ha preso, se possibile, un importanza ancora maggiore. Consentendo alle dieci nuove canzoni di questo platter di esprimersi maggiormente e di dedicarsi con ancora più enfasi al significato espresso dalle lyrics, rendendo il sound sempre più personale ed innovativo. Attenzione però: non siamo di fronte ai soliti concept album ai quali il buon Wire ci ha abituato. Le canzoni che compongono questa nuova opera hanno però tutte un unico filo conduttore, ovvero raccontare ed ed epsrimere in msuica le paure dell'uomo. Incominciando con la spettrale intro "The Overlook Hotel", ad opera del tastierista Mark Vikar, e con la successiva "Mr. Grady" la band racconta un episodio principe della filmografia mondiale: "Shining". La sua rivisitazione in musica è di sicuro effetto: l'inquietante tono di voce di Patrick ed i cori di risposta di Leanan creano un atmosfera inquietante che delinea molto il refrain della canzone. Il sound dei Beholder è potente ed orientato allo Speed Metal, con il drumming Mario Giannini veloce e preciso ma che alla lunga risulta piuttosto prevedibile e noioso. Anche se è giusto attribuirgli il merito di cercare spesso e volentieri nuove soluzioni e varianti, ma senza esagerare. Le successive "No Religion", "Stay" e la più tirata "Everywhere I Go" risultano le canzoni di maggior effetto, assieme alla splendida ballad "Far Away" che vede impegnato il singer Patrick assieme a sua maestà Roberto Tiranti dei Labyrinth. Nella quarta traccia, "Blackout Of Mind", vediamo impegnato alla voce anche il tastierista Mark Vikar, autore di diverse parti di straziante screaming. Nonostante il lato puramente strumentale della canzone sia tra i più apprezzabili del platter questo inserimento vocale risulta di dubbio gusto anche se di grande effetto. L'ultima traccia "Lethal Injection" racconta il triste e discutibile episodio della pena di morte suddividendosi in due parti: la prima intitolata "The Executioner" più tirata e power-oriented, la seconda "Crying To God" risulta uno dei pezzi di maggior effetto mai scritti dai sei milanesi. Il duetto tra Wire alla voce e Vikar al piano racconta gli ultimi momenti di vita di un condannato a morte e la sua triste preghiera strugge il cuore e commuove. In definitiva i Beholder si sono voluti impegnare in qualcosa di diverso, slegandosi dalle tematiche dei concept album e dando pieno sfogo alla loro creatività. Il risultato è un lavoro completo e maturo, che probabilmente non risulterà una pietra miliare nella storia della musica metal, ma che comunque sa farsi apprezzare nelle sue diverse forme, anche se per essere compreso a pieno richiede qualche ascolto in più rispetto al normale. Se vi sono piaciuti i precedenti album allora questo "Lethal Injection" fa per voi, vincendo di gran lunga il confronto con i precendenti lavori.

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