GREAT MASTER: Montecristo
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21/09/2023Abbandonate le atmosfere e gli abiti pirateschi collegati a dischi quali "Skull And Bones - Tales From Over The Seas" e "Thy Harbour Inn", i Great Master si cimentano con un nuovo concept album, stavolta ispirato a "Il Conte di Montecristo", celebre romanzo di Alexandre Dumas. La band veneziana ripercorre così, attraverso tredici tracce, i vari passaggi del racconto, che vede protagonista il giovane Edmond Dantés, vittima di un complotto che gli ha rovinato la vita e lo ha privato di tutto ciò che aveva di più caro e che perciò dedicherà il resto della propria esistenza a pianificare vendetta nei confronti dei colpevoli. A livello stilistico, i Great Master limitano gli elementi folk che si riscontravano negli ultimi lavori, per orientarsi piuttosto verso un classicissimo power melodico italiano, arricchito da bei cori, orchestrazioni e qualche spunto neoclassico (questi ultimi specialmente ad opera del tastierista Giorgio Peccenini). Il risultato è un disco in effetti davvero ben concepito e curato, che s'inserisce magari su schemi abbastanza consolidati (peraltro, ad esempio, almeno in fase di accompagnamento agli assoli e ai refrain, a livello ritmico, un po' di fantasia in più non sarebbe stata male), però il tutto risulta assolutamente affascinante e credibile. I Great Master riescono così a far immergere l'ascoltatore in queste atmosfere, in una storia ricca di colpi di scena tra avventure e azioni, animate e alimentate da un profondo e inestinguibile desiderio di vendetta. I brani sono veloci, solenni e maestosi, con la voce di Sbrignadello che sovrasta alta tra ritmi incalzanti e cori imponenti, riff decisi e squisite melodie. Si parte dalla intro strumentale di "Le Pharaon", passando per tracce di grande impatto quali ad esempio "Back Home", "The Left Hand Joke", l'incalzante "Where The Shame Lives", "Your fall Will Come", il mid-tempo "Nest Of Stone", l'orientaleggiante "Man From The East", proseguendo con l'ultima parte della tracklist sempre più emozionante e in crescendo, fino alla titletrack conclusiva, più introspettiva e con il suo finale che fa seriamente riflettere. I Great Master tornano dunque con un full-length molto bello e coinvolgente, che non esitiamo a considerare tra i migliori lavori finora pubblicati dalla band veneziana.
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