FIREWIND: Stand United
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02/03/2024I Firewind di Gus G. giungono al ragguardevole traguardo del decimo studio album, inititolato "Stand United", che segue di quattro anni il precedente e omonimo "Firewind". Fatto alquanto raro per la band in questione, la line-up viene completamente confermata, consentendo così in qualche modo una certa continuità e affiatamento con la produzione recente del gruppo greco. Alla voce ritroviamo dunque il cantante tedesco Herbie Langhans che, con la sua voce un po' gutturale e la sua pronuncia che non nasconde le sue origini, conferisce allo stile della band un'impronta che sa molto di power teutonico, come risulta particolarmente evidente, ad esempio, in un brano come "Fallen Angel". Certo, protagonista assoluto del disco resta comunque il chitarrista fondatore della band, certamente un virtuoso e un maestro dello strumento, che riempie i brani con numerose tracce di riff, lead guitar e dirompenti assoli, mentre, per contro, risulta assai più marginale il ruolo delle tastiere rispetto ai tempi in cui militava nella formazione Bob Katsionis. Già il singolo apripista "Destiny is Calling" lasciava ben sperare circa la bontà della nuova produzione e in effetti i risultati non tradiscono le attese. "Stand United" è infatti in grado di suonare potente e di essere trascinante, senza per questo rinunciare alle melodie, come confermano ad esempio tracce quali la titletrack, "The Power Lies Within", "Come Undone" o "Chains", quest'ultima se vogliamo persino alquanto radiofonica. Un po' a sorpresa, viene inserita nella tracklist anche la cover di un pezzo dei The Romantics: si tratta di una canzone pop decisamente anni '80, che però viene completamente rivisitata e personalizzata dalla band ellenica, grazie alla splendida chitarra di Gus G. Buon disco di metal classico, che riesce però a suonare al tempo stesso attuale e moderno, segnando dunque un ritorno davvero convincente per i Firewind.
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