MASTODON: Storie di un artwork

La copertina di un album ha un’importanza basilare nella espressione artistica di un musicista o di una band, perché è in fin dei conti una dimostrazione d’arte e rappresenta l’artista a livello figurativo. L'artwork di un disco è inevitabilmente una presentazione, sia dell’album, sia del musicista, che nasce dalla scelta di potersi esprimere musicalmente ed esteticamente. Esse non sono mai scelte a caso, anzi, la loro creazione a volte può essere un arduo compito, poichè, che piaccia o meno, la copertina suscita un'impressione e conseguentemente anche una critica. Quindi perchè non recensirle? Ecco perchè nasce Art Over Covers: l'intento è quello di dare voce alle copertine degli album.

'Leviathan' è il secondo album dei Mastodon uscito nel 2004 per Releapse Records e primo lavoro interamente incentrato sul concept album della novella di Moby Dick di Herman Melville. Acclamato con entusiasmo sia dal pubblico che dalla critica, l’artwork di copertina è stato affidato nuovamente a Paul Romano che questa volta mette al centro la grande balena bianca che irrompe in superficie ponendosi al centro della scena. In lontananza troneggia il grande Faro di Alessandria nella versione del XVI secolo di Martin Heemskerck, mentre le onde laterali sono un omaggio al grande Hokusai e il disegno “The Great Wave Off Kanagawa”.

È il primo album della band americana di metal/sludge Mastodon, uscito nel 2002; anche se le canzoni erano state scritte ed eseguite nei live già nel 2001. Seppur il fuoco sia l’elemento dominante, il cantante e bassista Troy Sanders ha precisato che non si tratta di un concept album. La copertina è stata disegnata da Paul Romano che si è ispirato ad un sogno del batterista Brann Dailor, in cui compariva la sorella del batterista, scomparsa all’età di quindici anni, mentre raffigurava un cavallo infuocato e un susseguente olocausto nucleare. Dailor raccontò questo sogno a Romano dopo un concerto e l’artista ne rimase così impressionato da usarlo come ispirazione per il proprio lavoro.

A cura di Dea Ortolani

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