CULTUS SANGUINE: THE SUM OF ALL FEARS
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18/12/2006Corredato da un artwork color seppia e da fotografie di personaggi della Belle Epoque, 'The Sum Of All Fears' degli italianissimi Cultus Sanguine, fa il suo tetro ingresso moribondo nel lettore CD. Il successore dell'apripista 'Shadow's Blood' (1997) si pone nell'ideale linea di passaggio fra gothic e doom metal funereo, il tutto guidato magistralmente dalle tastiere di Daniele e dalla voce maledettamente insana e portatrice di messaggi di disperazione e arrendevolezza verso la Morte, ad opera del cantante Joe F. Difatti la Morte è proprio la vera protagonista di questo disco, d'altronde la somma di tutte le paure dell'uomo altro non è che la fine della sua vita, dei suoi progetti e di sé stesso. Perfettamente riprodotto graficamente, tale concept è bene espresso dalle foto del booklet, che inquadrano non a caso giovani personaggi appartenuti ad un'epoca passata ma nemmeno tanto distante da noi, personaggi che sappiamo per certo essere morti ma che sono qui ritratti nel fiore della gioventù, una sorte di macabro avvertimento che avvisa sulla fievolezza della vita stessa e sull'unica salda certezza, che è quella della Morte. Tutto ciò non poteva essere espresso in modo migliore che con un gothic/doom sui generis, senza voci femminili di sorta,ma con anzi il contributo sulla breve ma significativa "Ultima Madre" di Vulgar XI dei Deviate Damaen (all'epoca ancora Deviate Ladies), reso morbosamente accattivante dalla struttura non convenzionale delle canzoni, che in più ai canonici riff fa un intelligente dosaggio fra arpeggi e le multiformi tastiere, che variano da passaggi tipo-carillon a organo funereo, veri punti di forza dell'album, a mio avviso. In definitiva, un album che ha avuto poca fortuna come sappiamo e che segnò di fatto l'ultimo lavoro in studio per il gruppo che di lì ad un paio di anni si sarebbe sciolto, ma che comunque ha fatto in tempo a redarre il suo testamento fra nove canzoni di 'The Sum Of All Fears'.
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