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AUTOPSY: TOURNIQUETS, HACKSAWS AND GRAVES

data

17/04/2014
85


Genere: Death Metal
Etichetta: Peaceville Records
Distro:
Anno: 2014

Chiudetevi in casa e serrate porte e finestre perché una nuova orda di zombie sta per arrivare. Gli Autopsy sono di nuovo tra noi con il loro malato, fobico e viscerale death metal, e non hanno alcuna intenzione di farci dormire sonni tranquilli. Da quando sono tornati nel 2010 non stanno sbagliando un colpo e 'Tourniquets, Hacksaws and Graves' è probabilmente il migliore della loro seconda vita discografica, poiché riesce a miscelare al meglio tutte le devianze sonore che hanno da sempre contraddistinto lo stile della band di Oakland. Un ibrido perfetto tra presente e passato, dove le visioni allucinate e malsane di Chris Reifert vengono incise dai due storici compagni Eric Cutler e Danny Coralles con una concretezza ed una qualità di riff che in passato non c'era, e che oggi ci consegnano una band da paura. Già, il songwriting sta facendo la differenza, insieme ad un groove pazzesco che accompagna pezzi devastanti come "After The Cutting", o "Teeth Of The Shadow", per non parlare dell’opener "Savagery", pezzo di due minuti scarsi che, se suonato dal vivo, farà letteralmente volare le prime file. Mentre la prima metà del disco si caratterizza per l’energia sprigionata dai brani, nella seconda parte "All Shall Bleed" fa da intro ad un viaggio sinistro, che aliena la mente, la aggredisce con la distorsione delle chitarre che generano quei suoni malsani e aspri che sono il trademark della band, a cui fanno seguito ritmiche di basso e batteria nervose, dall’incedere irrequieto. La summa di tutto ciò sta nelle melodie oppressive di "Deep Crimson Dreaming", o nella pesantezza assurda di "Burial", dove la voce di Reifert torna a farsi melmosa come non la sentivamo da tempo. La prova di quanto questo disco rappresenti al meglio lo spirito death metal della band, sta nella traccia conclusiva che si intitola proprio "Autopsy", brano esemplificativo di una band old school nell’animo, ma perfettamente al passo coi tempi, che continua a fregarsene di stupire, o sperimentare tecnicismi, ed è capace di raggiungere livelli di pesantezza e angoscia sonora che le nuove leve figlie dei blast beats si sognano.

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