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WINTERTHRONE: THE BURNING SKIES/STORMS OF WRATH EP

data

01/07/2004
25


Genere: Black Metal
Etichetta: Autoproduzione
Anno: 2004

Winterthrone è il nome di una one man band tedesca dedita a un black metal sinfonico di sedicente discendenza Emperor. Steffan, l'unico uomo dietro questo progetto, è infatti l'autore e l'esecutore (per quanto riguarda la sezione ritmica direi "programmatore") di tutta la musica contenuta in questo lavoro. O meglio, "lavoro" è una parola grossa, visto che questa nuova uscita è semplicemente la ristampa del demo della band ("The Burning Skies"), e di un EP uscito lo scorso anno e limitato a sole 300 copie, insomma una breve retrospettiva in attesa del full lenght previsto entro l'anno. Ora, sembra anche piutosto legittimo chiedersi a cosa serva una manovra del genere... ristampare demo e EP usciti negli scorsi due anni, senza neanche un full all'attivo e con una visibilità pari allo zero anche nell'ambiente underground, non mi sembra esattamente una mossa sensata. Ma veniamo alla musica... Parliamo subito dell'aspetto più atroce di questa insensata operazione: il demo, "The Burning Skies". La prima cosa che salta all'occhio è la terrificante copertina, con il faccione di Steffan condito da croce rovesciata munita di pipistrello probabilmente copiata da un'incisione su un banco di primo superiore. La prima cosa che salta all'orecchio sono le scelte ridicole in fase di produzione: chitarre praticamente indistinguibili, una batteria che sembra quella delle suonerie polifoniche del telefonino (cazzo, va bene il drum programming, ma almeno qualche sforzo per rendere il tutto meno fasullo e plastificato si potrebbe fare, no?). tastiere a tratti accettabili e a tratti semplicemente comiche, e una voce che è la cosa più inascoltabile e confusa che mi sia capitato di sentire di recente, una sorta di continuo e afono rantolo, inespressivo e fastidioso. Va bene, mi direte che c'è gente come Xasthur che ha fatto della voce filtrata il suo trademark, ma questa robaccia qui sembra venire da un sintetizzatore di rutti piuttosto che da un vocalist. Canzoni? Mah. Anche dopo parecchi ascolti, sembra di sentire sempre lo stesso, irritante ronzio, condito da suoni improbabili (a occhio e croce Steffan ha tentato di simulare il basso con una sorta di clavicembalo, con risultati degni di un jingle della Giochi preziosi)... credo proprio che sto demo avrebbe dovuto rimanere in qualche cantina, altro che venire pubblicato di nuovo! Le cose migliorano sensibilmente con l'EP, "Storms Of Wrath": la registrazione è accettabile, certo le idee a Steffan non sono venute di colpo tutte in un anno, in quanto la qualità della musica è sempre ben al di sotto della sufficienza, e anche in soli due brani il nostro necrocrucco riesce ad annoiare. Non era facile, invero, ma il solito polpettone tastieroso (più che gli Emperor a me saltano in mente i primi Dimmu Borgir sinceramente), pur cantato stavolta in maniera decente, non riesce davvero a convincere. Insomma, se davvero sarete così sconsiderati da comprare questo disco, concorderete con me sull'assoluta inutilità di questa operazione, anzi sulla sua dannosità: perchè se così Steffan spera di promuovere i Winterthrone, si sbaglia di grosso, visto che questa roba nè carne nè pesce riuscirà a non piacere anche ai blackster più accaniti. Insomma, ok, aspettiamo il full lenght, ma a questo punto rabbrividiamo davvero. E non per il freddo, anche se secondo l'autore in questo disco sembra essercene tanto.

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