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METALLICA: RIDE THE LIGHTNING

data

23/03/2004
98


Genere: Thrash Metal
Etichetta: Megaforce
Anno: 1984

Il secondo capitolo della band di S.Francisco, pubblicato ad un anno di distanza dal fulminante debut, sorprende il mondo metal assestando una serie di colpi ottimamente calibrati. Rispetto a "Kill'Em All" le differenze sono consistenti: il thrash metal dell'esordio non scompare, tutt'altro, ma ciò che stupisce è come questo venga elaborato, come le canzoni proposte siano frutto non più della mente di quattro ragazzini, bensì di un gruppo di musicisti esperti. Brani più meditati, con una struttura complessa, ma che non fanno perdere nemmeno un punto all'impatto fortemente cercato dai 'Tallica ("Fight Fire With Fire" è una corazzata inarrestabile di devastante thrash metal!). Accanto alla ricercatezza delle composizioni è impossibile non notare come Hetfield e soci siano alla ricerca di nuovi territori musicali da esplorare, nuove strade da seguire all'insegna della melodia. L'esempio più immediato in questo senso è "Fade To Black", splendida semi ballad dal sapore decadente (il pessimismo cosmico di Leopardi, a confronto, è un inno alla gioia), che mette in luce l'abilità della band nel sapersi destreggiare ottimamente sia nei passaggi più soft sia in quelli più tirati, amalgamando il tutto senza sbavature. Come è naturale che sia, il percorso di maturazione compositiva si ripercuote anche sulle lyrics, che, affrontando i temi più svariati, risultano alla fine meno banali e adolescenziali di quelle praticamente autocelebrative di "Kill'Em All". Simbolo di questo nuovo atteggiamento è la title track in cui è affrontato il tema scottante e purtroppo sempre attuale della pena di morte: la sedia elettrica attraversata dai fulmini in copertina è la cornice indovinata del Metallica pensiero ("Who Made You God To Say I'll Take Your Life From You"). In questo "Ride The Lightning" non esiste una caduta di tono, un episodio non particolarmente riuscito, il tutto sembra davvero sfiorare la perfezione, tant'è che scovare la traccia migliore dell'intero lotto è davvero impresa ardua: l'hit potrebbe essere "Creeping Death" cavalcata thrash, ancora oggi tra le migliori composizioni di sempre della band, oppure "The Call Of Ktulu", viaggio onirico tutto strumentale all'interno dell'orrore Lovercraftiano (in cui tra i credit compare curiosamente ancora Mustaine), o perché no, "For Whom The Bell Tolls" splendida fotografia della follia della guerra.

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