ARTILLERY: Raw Live (At Copenhell)
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30/01/202418 Giugno 2022. Live al festival Copenhell. Danimarca. Gli Artillery sono di spalla ai Mercyful Fate, Mastodone, Iron Maiden. La registrazione live che fotografa la formazione che a breve cambierà di nuovo pelle: il sesto cantante Michael Bastholm Dahl verrà sostituito probabilmente da Martin Steen (Iron Fire), il chitarrista Kraen Meier abbandonerà la nave, e nel 2023 il batterista Josua Madsen perderà la vita in un incidente stradale. Da puntualizzare, quindi: cantante e batterista sull’artiglieria dal 2013 con ‘Legions’, settimo album (questo per focalizzare l’attenzione sul vestito della band). Già dalla loro discografia (dieci album in studio (1982-2021), si intuisce che il loro thrash tecnico è geometricamente solo una sfaccettatura; piuttosto, l’heavy metal è il collegamento tra tutte le triangolazioni che definiscono la band. Esordiscono nel 1985 con ‘Fear Of Tomorrow’: cambi di tempo, accellerazioni (play, rewind, fast forward), uno stile aggressivo e frenetico, e primi accenni dei loro successivi innesti orientali, ma dal suono ancora primitivo. Furia cieca, soprattutto nei demo (però siamo in Danimarca; la Bay Area californiana, culla del thrash è lontana, e le realtà underground, anche americane, spesso rimangono sconosciute come i texani Watchtower). Un thrash speed metal che perdurerà, attraversando ‘Terror Squad’ (1987), sino al terzo album ‘By Inherutance’ (1990), dove la componente vocale rimarrà sempre sporca (probabilmente, se fossero sorti in altro territorio, la loro sorte avrebbe avuto un altro corso, di maggior successo; seppur innovativi in casa loro, furono danneggiati dalle stesse loro etichette, per la mancanza di cura e dedizione). E’ il loro album più apprezzato dal popolo metal. Presenta già una sottile evoluzione. Dal successivo, un metal sempre meno grezzo, più heavy metal classico, ma sempre di impronta anni ’80, con una veste più inglese/tedesca, che americana (evoluzione, che negli ultimi lavori stanca). E questo live ripercorre la loro storia, proprio nella scelta delle tracce, quasi a voler reinterpretare quanto i due fratelli Stützer, chitarrista e chitarrista/bassista (rip) avessero creato, ponendo l’accento su ciò che sarebbe rimasto. Metaforicamente: una polaroid. Un’immagine quasi istantanea per renderla tangibile, ancora una volta (prima del poi). Oltretutto la band in versione live è stata prodotta solo una volta con ‘One Foot In The Grave The Other One In the Trash’ (2008). La thrash-ballad “Boomfood” racchiude quel suono del basso che spesso è stato soffocato nei dischi; anche il cantato di Michael è finalmente stratificato, modulato, non parte subito esponenziale, è bilanciato nei toni gravi, interpreta nel primo tratto per poi alternare il suo stile pulito e melodico, dai toni alti, a rimarchi di cattiveria; le due chitarre come gemelle risplendono; ed il drummer Josua Madsen dosa il pestaggio rendendolo aggressivo, dal suono sempre omogeneo. Purtroppo, però, si perde qualsiasi sentore hardcore della versione originale di “The Challenge” (a sottolineare l’essenza del cambio di pelle della band), anche se il solo di chitarra e l’atmosfera, donano degne sensazioni da festival metal. ’Live Raw’ è una testimonianza autentica: riscatto del suono.
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