DEATH ANGEL: The Evil Divide
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13/06/2016Sorpresero il mondo esordendo giovanissimi con un album (‘The Ultra-Violence’) divenuto uno delle colonne portanti del thrash americano. Con i due lavori successivi (‘Frolic Through The Park’ e ‘Act III’), contribuirono a rendere speciale il sound della Bay Area, dimostrando come fosse possibile contaminare il thrash metal con altre sonorità, sciorinando una straordinaria creatività ed una tecnica fuori dal comune. Oggi il quintetto di San Francisco è ancora in grado di stupire? Gli album pubblicati negli anni 2000 hanno rivelato un volto musicale dell’angelo della morte meno intraprendente, semplificando lo stile a favore di un suono in linea con i tempi ma privo di quel tocco geniale che l’ha reso celebre. ‘The Evil Divide’ riprende i temi ed i suoni trattati del previo ‘The Dream Calls For Blood’, prodotto molto meglio da Jason Suecof (Trivium, Job For A Cowboy, Deicide, The Black Dahlia Murder e tanti altri) e maggiormente definito nei dettagli. La release è ricca di cori stile mosh (non credevo di poter recuperare nel 2016 questo termine) ed arrangiamenti vocali più curati che nel recente passato, originando molta enfasi alle liriche di Osegueda: imbattile nel ruolo di vocalist estremo. Nel suo complesso ‘The Evil Divide’ è un album eterogeneo, che contiene un po’ tutte le caratteristiche dei Death Angel: ritmiche serratissime, tempi spezzati, cambi repentini ed assoli assassini, il tutto condito con una cattiveria che non lascia respiro. "The Moth", "Lost" e "Hatred United/United Hate" si elevano dalla track list, candidandosi per un posto tra i classici in repertorio.
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