CHIMAERA: REBIRTH - DEATH WON'T STAY US
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10/05/2007Detto in tutta sincerità, dopo un ascolto superficiale di questo “Rebirth – Death Won’t Stay Us”, secondo episodio per i Chimaera, non certo una band di primo pelo (la fondazione risale al 1999), avrei anche potuto decidere in tutta tranquillità di assegnare una piena insufficienza. Ma ritengo che nel valutare la musica sia necessaria una certa elasticità, ed ecco che dopo il secondo ascolto (sicuramente ormai sufficiente a farsi un’idea precisa) prendo in considerazione il lavoro da diversi punti di vista. Il problema è semplice: il sestetto tedesco, giunto due anni orsono al debutto “Myths and Legends”, è il classico gruppo fotocopia di uno stile che, soprattutto in terra teutonica, risulta ormai trito e ritrito, e oserei dire, non ha quasi più nulla da proporre. Quello che troviamo quindi in un full – lenght, la cui fine arriva certo non senza qualche sbadiglio, è un classicissimo true metal (direi che il termine di paragone più azzeccato potrebbero essere i conterranei Majesty) con qualche spruzzata di melodia, a ricordare in qualche frangente persino i Blind Guardian. Potrei quindi riassumere la sostanza dell’intero disco in cavalcate anthemiche (“Dragon’s Witch”), autocelebrazioni antiposers (“Chimaera’s Rebirth”), episodi più ariosi e rocciosi mid – tempo (“Rage On My Heart” e “Knights Of The Storm”), fino ad arrivare all’immancabile ballata “The Funeral – When A King Kneels Down”. La qualità è altalenante, di certo non aiutata da un singer dal timbro sì particolare, ma forse non esattamente all’altezza della situazione; non mancano certo delle battute totalmente a vuoto, in un lavoro dalla rischiosissima banalità, ma che i più accaniti aficionados di questa frangia intransigente dell’heavy metal potrebbero anche trovare interessante.
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