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BLACK SABBATH: Live Evil Super Deluxe

Cover immagine quadrata

Sono stati incisi tanti grandi dischi, innumerevoli top album, lavori che indiscutibilmente hanno fatto la storia e/o influenzato le generazioni successive che hanno ricevuto entusiastiche, ma quanto classiche recensioni. Considerato che si tratta dei "biggest records", (biggest perchè "grande" in tutti i sensi), abbiamo pensato bene di dare loro la giusta visibilità e la dovuta dimensione con speciali che provano a scavare in fondo fin dentro le viscere dei contenuti degli album.

Fotografia del tempo. 1982, i Black Sabbath (seconda incarnazione) di Ronnie James Dio, Tony Iommi, Geezer Butler e Vinnie Appice, sono in tournée per promuovere il decimo album ‘Mob Rules’. Tra le date di Seattle, San Antonio, Dallas e Fresno vengono registrate le quattordici tracce che attraversano la loro prima e seconda incarnazione della band, e che diventeranno materiale per il primo live album ufficiale ‘Live Evil’, pubblicato in formato analogico nel 1983 (il precedente ‘Live At Last’, 1980 è considerato un bootleg). Criticato perché probabilmente manomesso e ritoccato in studio, il progetto originale dà l’impressione di un album registrato in studio con l’aggiunta del brusio del pubblico. Si racconta della mania di perfezione di Ronnie James Dio che, appena può, ri-registra piccole tracce per colmare quella sua ossessione. Prodotto a mio giudizio decisamente affascinante: pezzo di storia dell’heavy metal. Fotografia più autentica non ci sarebbe stata. E’ l’immagine di una band quasi al collasso (visto che la suddetta formazione si scioglie prima dell’uscita dell’album). I BS arrivano ad un bivio e si separano a coppie: Iommi e Butler portano avanti il progetto Sabbath, Dio e Appice proseguono insieme con il progetto solista di Ronnie. Personalità forti e fragilità proprie da gestire (come alcool e mania di perfezione), ma queste sono solo voci e dicerie. Siamo nel 2023 e dopo 40 anni il live viene riproposto al pubblico in due versioni: una rimasterizzata da Andy Pearce (remaster di Elvis, Ian Hunter, Donovan, Motorhead, Rory Gallagher, Loo Reed, etc) ed una a cura di Wyn Davis (remix di Foreigner, Van Morrison, Dio) e noto produttore americano (Dokken, Great White, etc), con un nuovo mixaggio dei nastri originali. Sostanzialmente, il Remaster, anche se depurato, è caratterizzato da un sonoro congelato, oscuro e chiuso, quasi impermeabile (non ti consente di entrare in empatia con ogni nota). Il Remix invece, è l’esatto opposto! I suoni sono aperti. Possono raggiungere ogni punto del tuo spazio. Effetto cosmico. E’ stato eseguito, un perfetto controllo della stereofonia, una supervisione del suono, e della sua distribuzione nello spazio. L’impressione è di sentire più dettagli rispetto alle precedenti registrazioni, catapulta l’ascoltatore in quella fotografia del 1982; le dinamiche sono migliori e rendono lo show più vivido. Ma non fermatevi alla valutazione, concentrandovi sulla line-up del gruppo (Ozzy, Ward, non ci sono più certo) ma l’entità BS ha comunque continuato a trasformarsi nel tempo, modellandosi e meravigliando con altri progetti interessanti. E questa edizione di Remix non è un bootleg! Va assolutamente ascoltata, dinuovo, l’ennesima volta, per consolidare quanto già era stato scritto nel tempo (anche se ritengo, che la questione audio, sia una questione soggettiva). Purtroppo, il costo di questa Super Deluxe Edition (sia in formato cd che vinile) non incoraggia per nulla; ma una cosa è certa: il Remix e la sua “aurea sonora” colpisce a pugni l’ascoltatore. A cominciare da “N.I.B”: il volume del basso iniziale fa capire la potenza di tutta la traccia. Le sonorità sono al massimo livello. Dio improvvisa senza pietà (My name is Lucifer, please take my hand). E’ il diavolo che seduce (e stiamo parlando di una traccia cantata da Ozzy). Assolo di Tony e batteria di Vinnie sono da infarto. E in un attimo la mia mente mi porta al jazz (è lui il vero seduttore?). Solo per ricordare quanto i BS sono stati creatori strabilianti, di partiture ambivalenti come il demonio, heavy e raffinate al tempo stesso: heavy in questo live di San Antonio ed esaltate ai giorni nostri, da raffinate interpretazioni dei Jazz Sabbath (‘Vol.2’) che, come messaggeri incaricati, si occupano di diffondere l’importanza del quartetto di Birmingham nella musica, come un movimento culturale di avanguardia. “Children Of The Sea” è stratosferica, carica di pathos (Look out! The sun is going black, black. Look out! It’s never never never coming back, look out!), ed è osannata dalla rigida ritmica della batteria di Appice (che sostituisce in modo egregio Bill Ward). Tony Iommi è la certezza dei Black Sabbath! In “Voodoo” trapela l’anima rock di Ronnie, che senza colorare, quasi spoglio, destruttturato, diventa ancora più affascinante. A metà traccia il basso è meno fangoso, e puoi riconoscerne la scala (dettagli messi più a fuoco). Tendenzialmente, sulle tracce nate con Osbourne, anche io ho delle perplessità (“Black Sabbath”, “War Pigs”, “Iron Man”), ma soprattutto su “Paranoid”. Ozzy è primitivo, ingenuo, semplice e schietto nel cantato. Ronnie James Dio è fantasioso, ricco di sfumature, epico, carismatico, barocco, teatrale e potente. Ma sono proprio queste tracce, quelle che esaltano l’alchimia degli strumenti. In “Black Sabbath” il suono di Tony è pieno, non distorto, ciclicamente ossessivo, mai lunghi i suoi interventi (sono il linguaggio black tipico della band, che dalla nascita ci ha rapito). In “War Pigs” emerge un Vinnie, che si muove come un grande batterista rock, ruvido, dall’approccio al riempimento; la sezione ritmica è antisismica, basso e batteria, creano un telaio in grado di assorbire anche gli innesti violenti di Iommi. Appice in quel suono percussivo non fa assolutamente rimpiangere il suo predecessore. La parte solo suonata di “Iron Man” è oro nero, petrolio in impianto di raffinazione. In “Heaven And Hell”, sussulti, basso e ritmo segnano il dialogo divino con il pubblico (brividi da gargarismi). “The Sign Of The Southern Cross” è un capolavoro; ogni strumento stratifica il sonoro complessivo, mantenendo la propria identità. E l’apparecchio vocale, quella voce di Dio, prima il falsetto (Fade away, fade away), poi ruvida, ribollente, da eruzione vulcanica, ti acchiappa lo stomaco, stringe e sale sulla schiena (… desire). Dopo la scossa adrenalinica di “Children Of The Grave” Dio augura a tutti buona notte. “Fluff” ha l’effetto di un voluminoso album fotografico con copertina rigida, dove ogni pagina separatrice delle foto è una velina trasparente e delicata, che devi trattare con cura, anche se in realtà il tuo sguardo è concentrato sulla visione delle immagini catalogate. Per alcuni è una traccia superflua. A mio giudizio è un richiamo all’essenza delle corde nei BS (Tony Iommi). I riflettori si spengono e la musica sfuma via...

P 1983-2023 BMG

LP 1/CD 1: Original Album Remastered
Side A
  1.  E5150
  2. Neon Knights
  3. N.I.B.
  4. Children Of The Sea
  5. Voodoo
Side B
  1. Black Sabbath
  2. War Pigs
  3. Iron Man
 
LP2/CD2: Original Album Remasted
Side C
  1. The Mob Rules
  2. Heaven And Hell
Side D
  1. The Sign Of The Southern Cross / Heaven And Hell
  2. Paranoid
  3. Children Of The Grave
  4. Fluff
 
LP3/CD3: New 40th Anniversary Remix By Wyn Davis
Side A
  1. E150 (Live in Seattle, April 24th 1982
  2. Neon Knights (Live in Seattle, April 24th 1982)
  3. N.I.B. (Live in San Antonio, May 13th 1982)
  4. Children Of The Sea (Live in San Antonio, May 13 th 1982)
  5. Voodoo (Live in San Antonio, May 13th 1982)
Side B
  1. Black Sabbath (Live in Dallas, May 12th 1982)
  2. War Pigs (Live in San Antonio, May 13th 1982)
  3. Iron Man (Live in San Antonio, May 13th 1982)
 
LP4/CD4: New 40th Anniversary Remix By Wyn Davis
Side C
  1. The Mob Rules (Live in Seattle, April 24th 1982)
  2. Heaven And Hell (Live in San Antonio, May 13th 1982)
Side D
  1. The Sigh Of The Southern Cross / Heaven And Hell (Live in San Antonio, May 13th 1982)
  2. Paranoid (Live in San Antonio, May 13th 1982)
  3. Children Of The Grave (Live in Fresno, April 18th 1982)
  4. Fluff (Live in Fresno, April 18th 1982)
Line-up:
Ronnie James Dio: Vocals
Geezer Butler: Bass
Vinnie Appice: Drums
Tony Iommi: Guitars
Geoff Nicholls: Keyboards

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