Non vedevo i Rhapsody (Of Fire), in qualsivoglia formazione, da un concerto di supporto agli Stratovarius al Palacisalfa di Roma il 27 aprile del 2000. Dopo un quarto di secolo, lo scorso 7 novembre, me li ritrovo a 500 metri da casa. Come non andare? A supporto dove...
Recensioni
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DYNAZTY: Sultans Of Sin
I primi due capitoli della band svedese non sono stati propriamente esaltanti, oltre ad una lacunosa personalità, non hanno dato prova di essere dei gran compositori, in pratica sono risultati spesso piatti e senza alcun pathos. Al terzo tentativo invece fanno centro, almeno su quel che riguarda ...
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ASPHYX: DEATHHAMMER
Nuovo album per i maestri olandesi del death più trucido e pesante che con questa nuova uscita si confermano padroni delle sonorità più lente e massicce, surclassando in tutto e per tutto anche i loro omologhi americani Autopsy che certamente non sono degli sprovveduti, e gli ultimi lavori lo con...
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WILL'O'WISP: Kosmo
Teniamo conto di questo lavoro come una rinascita (dovuta grazie a Fabrizio Colussi ex-bassista e co-fondatore del gruppo), come un bagno purificatore che non cancella il passato, anzi, lo rivaluta tenendo presente i suoi momenti più piacevoli, immergendoli poi nel contesto più recente dove le id...
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ARCTIC PLATEAU: THE ENEMY INSIDE
Il secondo lavoro degli Arctic Plateau mette subito in risalto un evidente un passo in avanti sul piano compositivo ed in fatto di maturità. Rispetto al pur positivo 'On A Sunny Day' in questo nuovo disco i brani non risentono della ripetitività che abbiamo riscontrato nell'esordio, ma si disting...
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NITROGODS: NITROGODS
Abbiamo apprezzato fin da subito i Primal Fear ed il modo di suonare dal vivo di Henny Wolter, così sbandato, scanzonato, randagio e sporco, completamente fuori dai canoni del genere che vogliono una postura per il chitarrista da macho fiero e potente sul palco. Così quando abbiamo saputo della d...
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ENTER SHIKARI: A Flash Flood of Colour
Grand disco quello prodotto dalla band dello Hertfordshire, decisamente ancora più matura rispetto al precedente 'Common Dreads' del 2009, più commerciale sulle armonie, meno esasperato come in passato su quel che riguarda la loro tendenza al metalcore. Hanno dei momenti tuttavia tipicamente duri...
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HAIL SPIRIT NOIR: PNEUMA
Molto personali questi Hail Spirit Noir, realtà greca alle prese con la destrutturazione di sonorità classiche introiettate in una concezione dell'estremo assai singolare. Ci si ritrova a rincorrere il prog e la psichedelia settantiane a loro volta braccate dall'avantgarde black metal teatrale ch...
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MONDRIAN OAK: AEON
In parte sta stretta l'etichetta post rock ai Mondrian Oak perchè la loro visceralità emotiva è alquanto visionaria. Si sottraggono al canonico e si lanciano spregiudicati verso un proprio universo interiore pur condividendo al lentezza ritmica del genere. L'incedere di 'Aeon' in più di un'occasi...
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MYRATH: Tales Of The Sand
Ma quanto è bello questo disco? La band tunisina ha davvero superato sé stessa fondendo vari generi creandone uno proprio, in pratica un heavy metal con tinte prog infarcito di marcati richiami orientali e nord-africani. Ovvio che affinchè il gioco riesca, le dosi devono essere calcolate al mille...
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MICHAEL THOMPSON BAND: Future Past
Il sig. Thompson non è certo qui a tentare di replicare una pietra miliare dell'AOR come 'How Long' dell'88, non ne ha assolutamente bisogno. E' basilare tuttavia evidenziare immediatamente che questo disco, a livello musicale, è splendido, suonato in maniera sublime (Micheal, con Dan Huff e Slam...
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DUNDERBEIST: BLACK ARTS AND CROOKED TAILS
Come i connazionali Ribozyme anche i Dunderbeist si accasano presso la Indie Recordings dopo anni passati nell'anonimato, ora alla ricerca di popolarità a livello internazionale. Propogono heavy rock alternativo con rimandi stoner ed un'attitudine da collettivo musicale che li rende sotto certi a...
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VAN HALEN: A DIFFERENT KIND OF TRUTH
Tasto play dello stereo partendo dalla seconda traccia ("She’s The Woman") e lasciamo scorrere l’attesissimo 'A Different Kind Of Truth', pubblicato a soli 14 anni da quel 'Van Halen III' che vedeva Gary Cherone, transfugo dagli Extreme, dietro al microfono. Tralasciata "Tattoo", il peggior singo...
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