YES: The Quest
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09/10/2021Ventiduesimo album in studio: salute! Un grandissimo traguardo per lo storico gruppo inglese, tra le colonne mondiali del rock progressivo, con un lunghissimo e consistente percorso sulle spalle. E cosa ci racconta di nuovo ed interessante ‘The Quest’? In primis è il primo album registrato senza un solo membro originale, con Billy Sherwood che rientra tra i ranghi (era nella line up che incise ‘The Ladder’ del 1999), per prendere il posto lasciato vacante dello sfortunato Chris Squire (rip). Il solito Roger Dean firma l’ennesima copertina naturalista, mentre gli Yes si confermano tra i grandi cerimonieri del rock progressivo: sontuosi, solenni, a tratti sinfonici, e romantici. ‘The Quest’ rispecchia fedelmente lo stile del gruppo, anche con il nuovo corso dal mood soft intrapreso con Jon Davison al microfono, già presente con il precedente ‘Heaven & Heart’, affine anche per la scelta di una produzione dai suoni morbidi e calibrati. Mancano i momenti più esplosivi che gli Yes sapevano regalarci, non è un’eufemia sottolineare come abbiano influenzato anche la scena AOR degli anni '80, mentre ora prediligono sentieri rilassati, con la chitarra di Howe che di tanto in tanto ricama e prova a sferzare l’aria, ed il gran maestro Downes (una vita con gli Asia) che ci regala qualche affascinante incursione con le sue magiche tastiere. In filo diffusione in una galleria d’arte, ‘The Quest’ sarebbe perfetto nel sottolineare le opere dei grandi maestri della pittura.
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