MOETAR: ENTROPY OF THE CENTURY
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22/10/2014Gli statunitensi MoeTar incarnano perfettamente il concetto di progressive. E lo fanno con una capacità di sintesi inviadibile dato che, in una forma canzone canonica, concentrano diverse sfumature sia sul piano compositivo, sia su quello esecutivo. Non si tratta di un abbaglio quando senti rincorrersi nei brani Yes, Zappa, Rush, Beatles, fusion/jazz ed una particolare attitudine commerciale. Un sestetto che prende il nome dalla signer Moorea (Moe) e dal bassista/compositore Tarik (Tar) - certo in questo caso non si sono mostrati molto creativi - in perenne evoluzione tra fraseggi, stacchi, melodie catchy ed un dinamismo inventivo che il più delle volte lascia a bocca aperta. In risalto in questo groviglio ben definito di stile ed umori si pone sempre la voce di Moorea, istintiva e delicata, ironica e pungente, la quale ricama sui brani linee vocali sorprendenti. Ai MoeTar, però, manca ancora il brano che li indentifica per la qualità eccelsa, e non solo per lo stile - comuqnue alquanto unico. Nell'insieme si fanno rispettare, e che rispetto che meritano! Affascinano, stimolano continuamente chi ascolta e senza ammorbare con durata dei brani improbabili - perchè la sensazione che si avverte è quella di poter condurre all'infinito le canzoni se solo lo volessero. 'Entropy Of The Century' è un disco che riprende il discorso chiuso con l'esordio 'From These Small Seeds', ed a sua volta lascia mille porte aperte per il suo successore che non potrà non essere un ulteriore gran disco che guarderà ancora più avanti del lavoro in oggetto. No, non ci siamo messi a fare i veggenti, il fatto è che un po' di "naso" crediamo di averlo: i Moetar non sono una (prog) band qualunque.
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