TRAGIK: AND WE ALL TURN TO DUST
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31/03/2010Il precedente 'Outlaw' aveva visto Phil Vincent alle prese, nel proprio personale progetto Tragik, con una leggera evoluzione del classico stile hard melodico intravisto nel debut 'Poetic Justice', improntata innanzitutto su un lavoro di produzione dal taglio maggiormente attuale e da una scelta compositiva coraggiosa, decisa ad attingere anche al di fuori del classico background ottantiano tipico di Vincent. In questo terzo capitolo, invece, sembrerebbe evidente la scelta da parte del compositore e polistrumentista americano di tornare ad attingere dalle proprie personali reminescenze eighties, il tutto senza smarrire del tutto il sound corposo e al passo coi tempi intravisto nella precedente release, elemento mantenuto grazie ad un lavoro di produzione mirato a non disperdere del tutto quanto intravisto in precedenza. In particolare è in brani quali "Can't Find The Words", "Giving In", "Before Its Gone" e "Long Way From Home" traspare in maniera evidente lo spirto più AOR oriented di Vincent, il medesimo intravisto anche nei migliori capitoli della propria discografia solista quali 'No Turning Back' e 'Thunder In The East', riesumato in tutto il proprio splendore grazie ad un'ispirazione compositiva in grado di mantenersi inalterata nonostante il trascorrere del tempo. 'And We All Turn To Dust' è un album che riporta il progetto Tragik sui binari intravisti nell'esordio 'Poetic Justice', una scelta che mi sento di condividere alla stregua di una decina di nuovi brani di qualità, pronti a confermare ancora una volta il valore di un artista dal notevole potenziale.
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