THE SONIC DAWN: Enter The Mirage
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29/03/2020Una realtà ormai consolidata del panorama psych-rock europeo sono i danesi The Sonic Dawn, i quali si sono fatti largo in questa scena e si sono fatti ampiamente rispettare proponendo un rock psichedelico leggero e rilassante, senza troppi virtuosismi e sfuriate spaziali, ma lavorando alla ricerca di sonorità che permettessero all’ascoltatore di fare quel viaggio interiore e quell’esperienza che cerchi di tonificare il corpo e l’anima. Lungo i precedenti tre album, la band danese è riuscita in quest’intento in maniera soddisfacente, e ciò si ripete anche nel nuovo album, ‘Enter The Mirage’, un album che una label come Heavy Psych Sounds non poteva non sponsorizzare. La ricetta è pressochè identica rispetto agli album passati: sonorità tranquille e rilassanti; l’acceleratore utilizzato solo in momenti ben precisi e con la dovuta parsimonia per dare il giusto brio a dei brani che, al contrario, sarebbero risultati forse un po’ troppo melensi; infine, l’utilizzo di certi strumenti dal sapore esotico e psichedelico che forniscono una certa varietà di sguardi e di prospettive. Tutto ciò è ben supportato dalla voce moderatamente ovattata di Emil Bureau, che si appoggia e si insinua in maniera ottimale sulle melodie musicali di riferimento che lui stesso ha ideato con l’aiuto della sua chitarra, tutte afferenti ad uno stile a cavallo tra anni ’60 e ’70 che è il periodo in cui i Sonic Dawn sembrano vivere sempre e da sempre. Si parte con l'effervescente "Young Love - Old Hate", dove è lecito pensare di essere in club dove poter fare quattro salti senza pensieri. A seguire, si notano qua e là luci intermittenti quando “Loose Ends” si sviluppa sulle note di un sitar che viene giostrato alla perfezione. Fumi che profumano di inebriante incenso quando “Shape Shifter” si evolve, trasformandosi in un pezzo rock old school che potrebbe fare felici gli ascoltatori dal background più aggressivo. Infine “Join The Dead”, probabilmente il pezzo più virtuoso dell’album, che risulta essere un autentico trip oppiaceo con voci in delay, sovrapposizioni varie e un hammond che ricorda prepotentemente suggestioni di doorsiana memoria. ‘Enter The Mirage’, in sostanza, non aggiunge granché al quadro musicale dei The Sonic Dawn, ma è un altro capitolo che conferma la sostanza di una band che ha fatto del viaggio mentale il proprio punto focale. Nonostante le recenti vicissitudini che hanno scosso la vita di Emil Bureau (in particolare, la perdita del padre e del lavoro, che l’hanno portato in una dimensione piuttosto dura della sua vita), costui ha comunque avuto la forza di scrivere un album che ha mantenuto la qualità del suo recente passato, e che probabilmente gli permetterà di guardare il futuro con una prospettiva sicuramente migliore.
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