ALLIGATOR WINE: Demons Of The Mind
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28/04/2020Dopo un primo EP, 'The Flying Carousel', i tedeschi Alligator Wine giungono al primo disco full length. Si tratta di una band che recupera un po’ di radici psych rock degli anni ’70, con tanto di organo hammond e moog bass, vantandosi di non usare le chitarre. Si arriva addirittura a tirare in ballo il Kraut rock, come versione dei Doors e Led Zeppelin, appunto in questa chiave. Mi pare francamente un po’ troppo. La realtà mi pare diversa. Questo disco è un tantino ambizioso e piuttosto tendente al mainstream. A parte la voce, con quel roco che fa tanto americano, possono ricordare i Muse, come in “Shotgun”. Emergono anche elementi riconducibili al pomposo AOR degli anni ’80, come in “Voodoo” o “Crocodile Inn”. O momenti sempre eighties come i Deep Purple di ‘Perfect Strangers’, come in “The Flying Carousel”. Gli Alligator Wine insomma prendono un po’ qua e un po’ là e non sempre si capisce in quale direzione vogliono andare a parare. Un buon retrogusto seventies si sente sullo sfondo ma da qui a gridare al miracolo ce ne passa. Tutto sa di già sentito, anche se è difficile oggi sentire qualcosa di realmente nuovo, se non, almeno, in qualche forma di rielaborazione del passato in chiave post moderna.
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