QUEENSRYCHE: The Verdict
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07/03/2019Ammetto di partire ormai prevenuto verso ogni nuova uscita discografica della band di Seattle: li ho amati follemente dagli esordi fino a 'Promised Land', poi ho seguito amaramente il loro lento ed inesorabile declino artistico prima con la dipartita di Chris De Garmo, poi con quella ugualmente dolorosa di Geoff Tate, sostituito dal suo clone Todd La Torre, ed infine con quella più recente del drummer Scott Rockenfield. E’ innegabile che negli ultimi anni i Queensryche abbiano sfornato dischi qualitativamente mediocri, ma 'The Verdict' rappresenta un buon colpo di coda che mi sorprende positivamente. Questo disco è un ritorno alle sonorità molto metal-oriented degli esordi, le canzoni sono ispirate, compositivamente ben costruite e suonate con la consueta perizia e l’inconfondibile eleganza. Brani come l’opener “Blood of The Levant”, o come “Man The Machine” e “Dark Reverie” fanno rivivere in un vecchio fan deluso come me i fasti di album gloriosi come 'Rage For Order', o 'Operation: Mindcrime'. L’unico limite, a mio modo di vedere, è purtroppo rappresentato da Todd La Torre che, pur essendo bravo, resta solo un ottimo imitatore di Geoff Tate e del compianto Midnight del Crimson Glory, ma privo di personalità e carattere propri.
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