ONSLAUGHT: SOUNDS OF VIOLENCE
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18/04/2011Una delle frasi che più spesso si sentono parlando di musica e gruppi è: "preferivo i primi dischi!", oppure "si, ma il sound di inizio carriera è inarrivabile!". E spesso queste frasi sono decisamente condivisibili, perchè questo la storia della musica ci ha dimostrato. Ci sono però alcuni generi, il thrash su tutti, che stravolgono totalmente questa regola non scritta; se si escludono infatti le Big 4 e poche altre bands, nel thrash il tempo, invece di disperdere le idee buone, matura i gruppi e migliora il sound. Esempi di questo? Kreator (e non raccontatemi più la cazzata che 'Endless Pain' e 'Pleasure To Kill' sono meglio di quelli da 'Violent Revolution' in poi), Sodom, Overkill, Exodus (l'ultimo è stupendo), ed una miriade di band minori tra le quali possiamo trovare anche i britannici Onslaught, forse la prima vera thrash band made in GB apparsa sulla scena. Formatisi ormai quasi trenta anni fa, nel 1983, ma inattivi per ben 17 anni, tra il 1989 ed il 2006, gli Onslaught arrivano oggi con 'Sounds Of Violence' alla vera maturità artistica, sfornando il miglior disco della loro carriera; un songwriting ineccepibile, davvero ispirato, sobrio e complesso (ma non troppo), ad accompagnare una dose di violenza tritaossa giusta, ben distribuita e mai fuoriluogo. Nove i brani, più intro ed outro, tutti più che positivi, ben suonati, con Nige Rockett sugli scudi, e che godono anche di una produzione davvero azzeccata con un unico neo, posto in chiusura di album, ossia una cover non proprio convincente e fin troppo stravolta di "Bomber" dei Motorhead, che nulla aggiunge al valore dell'album in sé. Onore agli Onslaught, quindi, che hanno realizzato l'album che vale la loro carriera!
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