NERONOIA: Mi Piaceva Una Vita
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16/04/2016Dopo la chiara sterzata del precedente 'Sapore di Luce e Pietra' in cui i Neronoia abbandonavano le inclinazioni elettriche ed dark-industriali a favore di uno stile sempre ricco di sfumature, ma più elettronico, con il nuovo 'Mi Piaceva Una Vità' danno ancora una svolta al proprio stile avvicinandosi a quanto già i Colloquio hanno saputo regalarci, lavorando sempre più sugli arrangiamenti, pianficando e costruendo un album dai risvolti ambient, wave, con sempre i synth a farla da padrone, anche se in maniera ancora più sperimentale. Una rappresentazione sonora che spesso sfocia nello spoken word, o nel discanto, come una messa in scena teatrale tipica del kammerspiel in cui il quasi faccia a faccia tra gli attori e gli spettatori è una prerogativa fondamentale per la riuscita dell'esibizione. Un'esperimento esaltante e dal risultato finale grandioso in cui si esplica la vicenda di un uomo mentalmente instabile e della sua tormentata passione per una donna, due temi centrali che donano materiale "ciclico" in abbondanza al concept - amore, morte, reparti psichiatrici, violenza, rinascita, vendetta ed ancora morte - e che fanno da perno centrale per sviluppare poi tutta la struttura musicale alle spalle: suoni sommessi e dolci si affiancano a vuoti siderurgici, a rumore bianco, a spine sonore lancinanti che si ficcano nel fianco dell'ascoltatore che si ritrova direttamente parte in causa della storia. Gianni Pedretti come suo solito riesce ad incarnare alla perfezione lo spirito del racconto ed a farlo suo, mentre la band lo segue cucendogli addosso un vestito perfetto che lo mette a proprio agio in uno dei due ruoli da protagonista che ci consegna il concept. Si, due ruoli, perchè una delle novità fondamentali di 'Mi Piaceva una Vità' è la voce di Arianna, la quale entra in gioco nella seconda metà del disco sia in fase solista, sia alternandosi con Gianni, arricchendo notevolmente la sostanza del lavoro nel momento più opportuno - la catarsi di Mario/Gianni entra a quel punto della storia in un buco nero liricamente pesantissimo - a dimostrazione del fatto che i Neronoia hanno strutturato l'opera in maniera chirurgica, dividendola teoricamente in tre atti, ma senza mai perdere di vista la scrittura e l'ampiezza dei sentimenti che la pervadono. Tutti accorgimenti che concorrono a renderla un disco prezioso, probabilmente il migliore della serie targato Neronoia, lì dove si incontrano ancora una volta le anime di Colloquio e Canaan che danno vita ad un capolavoro senza tempo, distante da ogni concezione artistica e commerciale dei nostri giorni, e di conseguenza immortale.
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