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MESHUGGAH: Koloss

data

27/03/2012
90


Genere: Djent Metal
Etichetta: Nuclear Blast
Distro: Warner
Anno: 2012

Piena notte: intorno a noi tutto tace, ma una strana inquietudine ci induce a svegliarci. Restiamo immobili per un tempo indefinito, i nostri occhi fissano preoccupati il buio. Crediamo di udire un rumore, ma nella nostra mente pensieri di auto-rassicurazione ci tranquillizzano: "è solo suggestione, non sta accadendo nulla". Le palpebre lentamente si richiudono, il sonno tenta di riappropriarsi nuovamente di noi. Ma ecco che il rumore torna a manifestarsi: stavolta è reale, non è immaginazione. E' come un tonfo sordo, in lontananza, ma che progressivamente si avvicina a noi. Poi, all'improvviso, di nuovo il silenzio. Ora però è un silenzio carico di angoscia e tensione: ci alziamo dal letto, cautamente diretti alla porta. Tendiamo l'orecchio, ma nulla più ci giunge, quindi ci decidiamo ad aprire. E' questione di un attimo: un colpo violento spazza via l'ultimo debole riparo che avremmo potuto avere ed il rumore sordo di poc'anzi si manifesta per quello che realmente è: una Bestia di titaniche proporzioni. Vorremmo urlare, ma nessun suono si produce, paralizzati e senza fiato al cospetto di tale imponente e minacciosa presenza. Probabilmente non ne avremmo avuto nemmeno il tempo, perchè il Colosso comincia ad avanzare con spietata e lucida fermezza, mentre ci affanniamo a fuggire senza riuscirci. Le stanze assumono contorni sempre più indefiniti, confini sempre più limitati, i punti di riferimento scompaiono, abbandonandoci alla più totale disperazione. Nella corsa cerchiamo di non guardare in basso, perchè il pavimento, tramutatosi in una sottile lastra di vetro, ci mostra sotto i nostri piedi l'immagine di noi stessi in fuga in preda al terrore da tale abominio: è una bestia sadica, quella alle nostre spalle, a cui piace tremendamente giocare con la sua preda, portandola all'esasperazione più profonda e dilaniante. L'oscurità offusca i nostri già provati sensi, la luce del sole è ancora così lontana e le speranze di uscirne vivi si fanno sempre più esili. Dolori lancinanti investono le nostre membra: ci voltiamo, la creatura è ad una distanza che non le permette materialmente di colpirci, ma il ghigno beffardo dipinto sul suo volto ci fa capire che non ne ha bisogno, perchè la sua sola presenza basta a trafiggerci e a succhiare via le nostre ultime e ormai scarse energie residue. Con la forza della disperazione giungiamo finalmente dinanzi all'ultima porta: un forte bagliore vi filtra da dietro e per un istante, uno solo, crediamo di potercela fare. Spalanchiamo, con una forza che non credevamo più di possedere, l'ultima barriera che ci separa dalla salvezza e ci tuffiamo letteralmente nella calda ed accecante luce, ma il pavimento sotto di noi scompare e precipitiamo nel vuoto. Ormai è la fine e ci abbandoniamo totalmente ad essa, aspettando solamente un impatto che sembra non arrivare mai. Poi, finalmente, l'urlo liberatorio: un dolore che mai avremmo immaginato poter provare ci avvolge per una frazione di secondo, poi il silenzio. Timorosi, apriamo gli occhi e, con enorme sgomento, ci ritroviamo nel nostro letto, bagnati fradici di sudore, ma enormemente sollevati dal fatto di aver unicamente vissuto un indicibile incubo. Stremati, ma felici, ci rigiriamo pronti per il finalmente sereno e meritato sonno, quando tutt'ad un tratto un rumore sordo, in lontananza, si manifesta facendoci accapponare la pelle...

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