MARKONEE: THE SPIRIT OF RADIO
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28/12/2006C'era una volta Guglielmo Marconi, il celeberrimo inventore nostrano di quel ben noto aggeggio chiamato radio, e c'era una volta una rock band tutta italiana, che decise di raccontare la storia del Guglielmo nazionale grazie ad un concept album curato in tutti i suoi minimi dettagli. Quella band rispondeva al nome di Markonee, un nome che perfettamente si sposava con il proprio intento artistico di ridare vita ad un personaggio di tale calibro, un nome che era destinato a far parlare molto di sé visto il supporto live (sul suolo italiano) ad alcuni dei nomi più in voga della scena hard-rock attuale e passata, pronti a calcare il territorio del belpaese grazie all'intervento dei bravi guaglioni di Bologna Rock City. E mentre le date si susseguivano incessanti una dietro l'altra, i nostri guadagnavano di popolarità e rispetto anche grazie all'avvenuto rilascio del proprio personalissimo album "The Spirit Of Radio", un cd che altro non poteva fare se non convogliare verso i ragazzi romagnoli la giusta dose di dovuti riconoscimenti. Tutto sembrava essere al proprio posto all'interno del concept album, partendo dal songwriting alquanto ispirato e sino ad arrivare ad un lavoro di produzione capace di confezionare al meglio il buon mix sonoro posto a suggello dell'opera, così da narrare senza bruschi intralci né intoppi una storia che in molti, probabilmente, avevano finito per dimenticarsi troppo in fretta. Diciassette tracce di variegato hard melodico nella versione in cd, undici tracce invece per quanto concerne quella in LP: anche nei formati i Markonee hanno voluto non tralasciare proprio nulla, così da soddisfare i palati più esigenti e le richieste più particolari. Un po' del resto come il contenuto del booklet a corredo dell'uscita in cd, reso quantomai completo ed esaustivo grazie a positivi cenni storici a corredo della storia narrata e a intelligenti fotografie dell'epoca, perfette nel chiudere un cerchio destinato a compiacere le diverse schiere di fans al seguito del progetto in questione. C'era una volta, quindi, un'opera indubbiamente riuscita, denotante una maturità di fondo non solita in un debut cd e pronta a mostrare le differenti frecce all'arco di un gruppo non banale e di ovvia qualità: ma poi perché c'era una volta, se il cd in questione appartiene proprio al lasso temporale del 2006 in corso?
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