HEED: THE CALL
data
31/07/2006Un disco di Heavy Metal con influenze di Power scandinavo. Zero originalità, buona tecnica, buona produzione. La recensione di questo "The Call" degli Heed potrebbe anche finire qui... in effetti non c'è molto altro da aggiungere. Giusto per dovere di cronaca, va segnalato il fatto che il chitarrista Fredrik Olsson (dotato di una tecnica individuale invidiabile) e il cantante Daniel Heiman militavano nei Lost Horizon. A onor del vero, l'elemento che potrebbe dare interesse a un disco come questo è la strepitosa performance vocale di Heiman, vero e proprio pilastro sul quale scommettere ad occhi chiusi. Peccato che la sua voce al fulmicotone, a cavallo tra un tipico timbro Hard Rock americano e uno più Heavy, sia decisamente limitato da linee melodiche non esaltanti e da un songwriting discreto ma completamente privo di originalità. Il lavoro della sezione ritmica è più che buono dal punto di vista della tecnica e della potenza, e supporta degnamente i riff e gli assoli di Olsson. Peccato, davvero, che - come per altre uscite a cavallo tra Heavy e Power - il disco in questione sfiori spesso la noia più pura, alternando pezzi decisamente validi ("I'm Alive", "Last Drop Of Blood") a molti brani riempitivi privi di mordente. Una nota di cronaca: dopo aver lasciato i Lost Horizon per formare gli Heed, Olsson e Heiman hanno recentemente annunciato l'abbandono anche di questo progetto, per motivi non ben specificati.
Commenti