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DOPETHRONE: Transcanadian Anger

data

27/07/2018
70


Genere: Sludge Metal
Etichetta: Riff Dealer Records / Totem Cat Record
Distro:
Anno: 2018

Voce lacerante, suoni slabbrati e allucinanti divagazioni sono il pane per i canadesi Dopethrone. Approdati alla quinta fatica discografica, ci regalano un sound a metà tra lo sludge, lo stoner ed il doom. L’aspetto più personale è indubbiamente la voce, i cui toni “biascicati” hanno un forte odore di death metal, unito al fangoso ed acre retrogusto del core. Il disco viaggia così tra cadenze e sviluppi monolitici, massa che avanza lentamente e che resta impantanata e frenata da “lacci” sludge. 'Transcanadian Anger' raggiunge così le nostre orecchie, sporcandole con tutto ciò che di più contaminato e melmoso ci sia. Limacciose note scivolano lungo gli strumenti dei Dopethrone, artisti di qualità che infestano l’aria che ci circonda con mezz’ora abbondante di musica. Il progetto è fortemente debitore degli Electric Wizard, dal cui album del 2000 tra l’altro traggono il loro minicker. Unitamente a questo c’è un tratto più aggressivo, assimilabile ad Eyehategod e Bongzilla, ma sono sfumature per una realtà che rispetta, con onore, le peculiarità del filone. Ansimante creatura si lascia andare a lascivi pensieri, disperazione che coagula intorno ad una ferita ormai non più rimarginabile. Distorti pensieri, sulfuree ambientazioni che inaliamo e che ci riportano alla mente torbidi incubi, violenza che si arrampica lungo un’attenzione scossa, terremoto che apre una fenditura da cui vedere caos e sconforto. Babele di suoni, 'Transcanadian Anger' vede nell’interpretazione di Jus Oborn il suo punto di forza, se non altro per l’inusuale tonalità nel contesto. Per il resto, se non amate il doom e le sue contaminazioni core continuerete a farlo, poiché non vi sono qui elementi di innovazione. In caso contrario, il disco vi trasporterà in un fiume in piena, da cui vi lascerete trasportare, scrollati e feriti, perdendo punti di riferimento. Considerata ormai l’attività di dieci anni, pensiamo sia difficile per i Dopethrone cambiare direzione, o perlomeno arricchire una proposta certamente definita e legata al passato.

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