CRUCIFIED BARBARA: TILL DEATH DO US PARTY

Dopo un convincente debut album, quel 'In Distortion We Trust' che le ha portate ad assaporare nella nostra penisola la ben nota atmosfera del noto Gods Of Metal, le svedesi Crucified Barbara tornano alla carica con il loro secondo capitolo discografico, intitolato (con un istrionico gioco di parole) 'Till Death Do Us Party'. Stilisticamente parlando la proposta delle bad girls scandinave ha visto un leggero ma tangibile appesantimento delle sonorità alla base della propria proposta, scelta ben idenfiticata dalla comparsa di alcune influenze maggiormente heavy all'interno del background tutt'ora influenzato dallo stile sleaze di chiara derivazione nordeuropea, il tutto infarcito qua e là da potenti ed oppressivi echi elettrici figli del sound a metà tra In Flames e ultime Girlschool. Questa nuova direzione sonora ha, a mio giudizio, tolto alla band (almeno in parte) quell'approccio diretto e coinvolgente precedentemente celato all'interno delle varie composizioni del debut cd, il tutto al servizio di un impatto ora nettamente più marcato, una scelta che potrebbe scontentare parte dei fans della prima ora a favore di un pubblico ora maggiormente metal oriented. La produzione esecutiva del lavoro, trattata a dovere per enfatizzare ulteriormente le sature distorsioni delle chitarre di Mia Coldheart e Klara Force, si è dimostrata attenta nel confezionare a dovere un album che decreta un positivo ritorno delle quattro indiavolate rockers continentali, le quali non hanno smarrito anche le trasversali influenze alternative e punkish sparse qua è nei meandri di 'Till Death Do Us Party', lavoro che, alla fine dei conti, può essere considerato un discreto ritorno sul mercato di una formazione rodata al meglio dalle numerose apparizioni live sui palchi sparsi all'interno di buona parte del globo. Sinceramente mi sarei aspettato qualcosina di più, ma alla fine dei conti va comunque bene così.