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AFTERLIFE SYMPHONY: Moment Between Lives

data

03/01/2017
65


Genere: Symphonic Metal
Etichetta: Revalve Records
Distro:
Anno: 2016

Secondo album per la band padovana, che incontra un metal sinfonico in cui introduce significative atmosfere prevalentemente oscure e decadenti. La struttura musicale si rivela piuttosto buona, con linee sostanzialmente standard che ricalcano quanto di molto è già stato fatto in termini di metal sinfonico con inserti quando epici, quando anche darkeggianti, come nello stile soprattutto dei Within Temptation. I racconti introspettivi delle esoteriche storie degli Afterlife Symphony sono narrati dalla voce di Anna Giusto, che cerca di ergersi tra le pieghe delle costruzioni musicali, ma che non riesce completamente a dimostrarsi eclettica e sufficientemente personale, rimanendo invece nei propri recinti, pur cercando con tutte le sue forze di uscirne. Si può dire che ha una buona voce, ma non raggiunge i livelli eccelsi dei suoi riferimenti. Riesce a farsi più presente soltanto in alcuni spezzoni, come in “Last Hope”o nella iniziale “Half-Moon Night”, quando nell’interezza del brano è lei la protagonista rispetto agli altri componenti. Si può ipotizzare quindi che il lavoro di produzione ha cercato di privilegiare, per una buona sostanza, la componente strumentale, che si rivela di sicuro affidamento ma, come già detto, non aggiunge molto a quanto già proposto dal genere, anche se è dotata di interessanti atmosfere di stampo prevalentemente malinconico, grazie al lavoro dignitoso delle tastiere di Stefano Tiso ed alle chitarre di Eddy Talpo. In fin dei conti, ‘Moment Between Lives’ è un album che scorre via in maniera abbastanza piacevole, senza particolati sussulti e scossoni. Di certo non fa battere il piedino o non fa scuotere la testa in maniera prepotente, dato che la potenza dei suoni non è l’ingrediente principale di questo disco. E’ comunque da rimarcare il fatto che sanno creare le giuste atmosfere in termini di suoni, non disdegnando passaggi puramente epici e più vicini all’heavy metal. Sarebbe un disco ancora più interessante ed avvincente se la voce di Anna Giusto osasse un po’ di più e cercasse di essere più propositiva ed incisiva, altrimenti rischierebbe di immergersi in un calderone dove prevalgono l’anonimato e l’essere una tra le tante. E credo che lei stessa per prima voglia evitare tutto questo.

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