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EPICA: Omega

data

16/03/2021
86


Genere: Symphonic Metal
Etichetta: Nuclear Blast
Distro: Warner
Anno: 2021

Con 'Omega' gli Epica completano la trilogia iniziata con 'The Quantum Enigma' nel 2014, seguito poi dal secondo capitolo, 'The Holographic Principle' del 2016. La band olandese si è presa dunque un bel po' di tempo per realizzare questo nuovo lavoro, ritrovandosi nonostante ciò a completarlo in extremis proprio poco prima che scoppiasse la pandemia da COVID-19. Peraltro, parliamo di un disco per il quale tutta la produzione si è svolta con assoluta meticolosità e con un imponente dispiegamento di mezzi, tanto che il gruppo si è avvalso di un autentico coro di voci bianche, di un'orchestra (la Prague Philarmonic Orchestra), nonchè di musicisti di strumenti etnici sparsi in varie parti del mondo. Già questo dovrebbe rendere l'idea di come 'Omega' sia un disco complesso, a tratti davvero magniloquente, ma anche ricco sotto diversi profili. Basti ascoltare la particolare "Seal Of Salomon", con i suoi inserti orientaleggianti, ancor più esaltati in "Code Of Life", con i suoi versi arabeggianti e un suggestivo accompagnamento di archi, per un brano che ricorda molto i Myrath e nel quale, non a caso, compare, in veste di guest, il cantante del gruppo tunisino, Zaher Zorgati; notevole anche la terza parte di "Kingdom Of Heaven", progressiva e cangiante, che in qualche passaggio ci ha persino fatto pensare ad un horror metal stile Deathless Legacy. Si tratta di un disco che non sembra vedere punti deboli, con tracce maestose grazie ai cori e alle orchestrazioni, squisiti arrangiamenti, melodie accattivanti, nonchè il consueto alternarsi tra il growl di Mark Jansen e la voce soave di Simone Simons, che ormai sembra ergersi ad autentico caposaldo nel suo genere. Così, oltre ai brani già citati, menzioniamo tracce come "The Skeleton Key", "Gaia", "Freedom - The Wolves Within" e "Synergize - Manic Manifest", che dimostrano tutte l'alto livello raggiunto dalla band, ai quali aggiungiamo "Rivers", una ballata davvero da brividi che esalta ancora una volta la bravura interpretativa della Simons. Gli Epica si muovono ovviamente su territori che conoscono bene, facendo tesoro dell'esperienza acquisita in questi anni (pur non rinunciando, come evidenziato, a qualche sperimentazione), per realizzare un'opera di grande qualità, in grado di trasmettere suggestive emozioni e che raggiunge picchi di intensa bellezza: ottimo disco sotto tutti i punti di vista, davvero non si poteva chiedere di più.

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