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ABYSMAL GRIEF: A Strange Rites Of Evil

data

07/02/2016
75


Genere: Horror Metal
Etichetta: Horror Records
Distro:
Anno: 2015

Per festeggiare il ventennale della propria carriera la necromantica orchestra doom genovese non poteva attraversare momento più prolifico, basti pensare che nell’ultimo trienno si è concessa il lusso di pubblicare tre full lenght, un 7” ed un 12” split con Runes Order;  ricongiungendosi per l’occasione con il batterista originale Lord Of Fog. Produzione volutamente low fi e primitiva tale da rendere l’uscita del disco paragonabile alle sonorità degli anni '70 delle quali coverizzano l'operistica ‘Child of Darkness’ dei Bedemon; inoltre, atmosfere cinematiche e grandguignolesche ispirate ai Goblin in "Nomen Omen", ed ai padri putativi dell’horror dark metal i Death SS con "Radix Malorum". La formula è più che collaudata: organo sepolcrale, vocalizzi che si alternano tra teatrali, urlati e sghignazzamenti pseudosatanici vertenti sulla morte e sulle superstizioni della chiesa cattolica (l’intro di "Strange Rites Of Evil" altro non è che "Le mani alzate", canto da messa cattolica), semplici riff di chitarra di matrice doom e la sezione ritmica al minimo sindacale permettono di raggiungere il girone infernale con un biglietto di sola andata. Su disco i brani sono abbastanza vari e capaci di catturare l'attenzione degli aficionados del genere, ma dal vivo (Traffic di Roma a dicembre del 2015), dopo l’iniziale effetto sorpresa (palco agghindato con madonne che lacrimavano sangue nero, tanto di paratie e paramenti da messa nera ed ognuno dei membri vestito in maniera differente ma sempre in tema con la funzione), gli estratti dal nuovo lavoro hanno lasciato una forte sensazione di deja vu perché possedevano tutti la stessa struttura evolutiva, e l’unica cosa che li differenziava erano i giri di organo. La qualità dei pezzi è costante per tutto il disco (molto bella e groovy "Cemetery", delle nenie sinistre introducono la mortifera "Dressed in Black Cloaks"), e talvolta si scivola nel manierismo ridondante con "Strange Rites of Evil", ma a dispetto delle mode la band prosegue il proprio cammino con noncurante nonchalance da 20 anni a questa parte, e questo depone fortemente in loro favore.

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