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SONATA ARCTICA

Ciao ragazzi! Prima di tutto iniziamo col parlare del titolo del vostro nuovo album “Unia”, sappiamo che vuol dire sogni ma in che modo vi riferite ad essi? Tony Kakko: Sì, è una parola in finlandese e significa sogni. Henrik Klingenberg: Mentre stavamo registrando avevamo tre o quattro alternative e questa c’è sembrata la via migliore. Allora abbiamo cominciato a lavorare sulla cover e sull’immagine del booklet e quindi abbiamo realizzato che il titolo potesse essere interpretato in molti modi diversi…e forse in qualche modo meno buono! Come per esempio in inglese abbiamo questa parola: “gay”, che però significa anche “happy”, ma se tu pensi a “gay” ti viene in mente qualcos’altro (risate, ndr). Quindi per noi era necessario trovare qualcosa che andasse bene sia per l’artwork che per l’album. Potevamo scegliere “dreams” ma alla fine abbiamo scelto per “Unia” perché pensavamo fosse meglio, chiamare il proprio album “dreams”….bah! Ma dando un occhiata alla cover sembra che questo sogno sia spezzato però. (Sguardi visibilmente imbarazzati, tiro fuori il cd promozionale e mostro a Tony e Henrik l’angolo nero in basso a destra della cover al quale mi riferisco, ndr) Tony: Ahhh, quello! C’è una crepa, quei sogni sono stati colpiti da un fulmine! (Fa il rumore del tuono e ci si mette a ridere, ndr) Henrik: Oh, non l’avevo notato! Beh la ragione della cover è semplice, volevamo qualcosa che fosse il più possibile collegato con la musica. Tony: Il motivo di quella crepa è perché all’inizio c’erano diversi tipi di copertine sulle quali stavamo lavorando ed una di esse assomigliava a quest’immagine (indica il disegno sul retro del promozionale, ndr), che originariamente doveva essere dentro al booklet, ed in essa c’era una crepa che penso fosse qui (indica, ndr) e gli dissi che non mi piaceva quella immagine e che preferivo l’altra. Quando la vidi notai la crepa e gli chiesi perché l’avesse fatta e lui disse: “Ogni copertina ha bisogno di una crepa.” (risate, ndr) Un punto è chiaro riguardo al vostro nuovo album, è piuttosto diverso dal vostro solito stile. Tony: E’ più complesso. E’ molto diverso da quello che avete fatto in precedenza e l’unica canzone che potremmo collegare al lavoro fatto su questo disco è “The Boy Who Wanted To Be A Real Puppet”, non che ci si assomigli così direttamente, ma la sua struttura si avvicina molto a quello che avete fatto adesso. E’ da quella canzone che avete deciso il modo in cui comporre “Unia”? Tony: Con il nuovo disco ho cominciato a scrivere tutto quello che pensassi fosse buono e che mi facesse provare qualcosa: che mi facesse sorridere, provare rabbia o piangere. Non è stato nient’altro che questo, volevo scrivere qualcosa che mi facesse provare qualche sentimento e che mi facesse sentire felice. Henrik: E’ molto complesso, ci sono molti intrecci… Tony: E’ una cosa che avevamo già fatto con una canzone su “Silence”, con “The End Of This Charter” . Come hai potuto notare abbiamo sempre fatto album differenti ma questa volta non me la sono sentita di scrivere canzoni veloci perchè era la nostra occasione per esserci e per me di scrivere qualcosa che venisse direttamente dal cuore. Qualcosa che volessi fare e che avessi bisogno di fare. Henrik: Allo stesso tempo è stata la cosa che ci ha salvato come band perché tutti gli altri cominciavano ad essere stanchi di queste cose, ma d’altra parte non preoccupatevi non eseguiremo tutte queste canzoni in sede live perché quando suoni dal vivo è una cosa completamente diversa. Tony: Siamo troppo giovani per fare sempre le stesse cose e allo stesso tempo non siamo così vecchi per non poterci provare. Henrik: Oh, stiamo vivendo nell’età giusta! (ridono, ndr). E come pensate suonino queste nuove canzoni accanto a quelle vecchie in un vostro concerto? Henrik: Suoneremo solo tre canzoni nuove al momento. Tony: Non suoniamo ancora canzoni troppo complesse, così c’è più divertimento. Questo però non rende le cose così facili per Tommy (Portimo batterista della band, ndr), non deve solo… (Mima il gesto della doppia cassa ad elicottero e ci mettiamo a ridere, ndr). E’ molto più difficile suonare queste cose. Senza dubbio questo “Unia” è un disco di valore ma avete considerato come reagiranno i vostri fans and una release del genere? Specialmente quelli più legati al vostro sound più diretto. Tony: Si ed in particolare alla gente che ascoltava solo i nostri brani più diretti, forse saranno in disappunto o forse cercheranno di comprendere cosa sta succedendo. Questo album inizia in modo un po’ più lento e richiede più tempo per essere appreso ma il suo sound è molto più ricco. E posso dire che ci sono un sacco di fans, e di giornalisti, che ci hanno detto di aver odiato i Sonata Arctica prima di “Unia”, che è privo dei nostri soliti clichè. Questo album è qualcosa di completamente differente. Henrik: Allo stesso tempo, per coloro che amano le nostre canzoni veloci, se avessimo deciso di fare un altro disco di brani veloci probabilmente sarebbe stato il nostro ultimo disco. Quindi vedete un po’ voi se è meglio che andiamo avanti a fare musica o se è meglio che concludiamo con un altro album di canzoni veloci. Suona un po’ drammatico ma… (Spalanca le braccia e fa spallucce, ci ridiamo sopra, ndr) Tony: Sarebbe sbagliato vendere continuamente il pesce di ieri ai nostri fans, e ancora, e ancora, e ancora, e ancora, e ancora. Volevo vedere cosa eravamo capaci di fare, non c’era più sfida nel fare quella musica. Henrik: Ci sono ancora molte melodie, è ancora Heavy Metal. Tony: Era tempo per noi di fare un passo in avanti. Quindi pensiate che questo sia il nuovo corso dei Sonata Arctica e non un singolo esperimento? Tony: Guarda, sono sicuro che non ci sarà un altro “Ecliptica” nel nostro futuro! (risate, ndr). Chi lo sa cosa succederà nel prossimo album, è molto possibile che suonerà un po’ più facile e non così complesso perché questo è piuttosto estremo in qualche punto. Henrik: Un nuovo album avrà bisogno di qualche anno e tutto potrà succedere… Tony: Posso approssimare che saremo nel 2009 all’incirca. Henrik: Sarà un tour piuttosto intenso. Tony: Qualche piccolo inizio per le canzoni nuove c’è…qualche pezzetto qua e là. (Si scambiano una battuta in Finlandese che non riesco a comprendere, ndr) Questo album mi ha dato l’impressione che i Sonata Arctica vogliano dire al mondo di non essere solo una Power Metal band ma di essere in grado di poter fare qualcosa di più. Tony: E’ un etichetta che ci poteva stare nel nostro primo album, anche in “Silence” forse, ma non pensiamo di essere una band Power Metal. Abbiamo molte sonorità che le solite Power Metal band non hanno come gli…... Hammerfall. Potete vedere gli Hammerfall nei Sonata Arctica? Molte persone ancora ci definiscono Power Metal. Quando sento le persone definirci Power Metal mi sento come se… (Mima lo strangolamento del cuore con tanto di verso annesso, ndr). Penso che adesso stiamo cominciando a fare qualcosa di completamente originale, è un etichetta che ci portiamo dietro dal passato! Il mio primo album Metal è stato “Visions” degli Stratovarius e adesso è stato come tornare alle mie origini ai tempi dei Queen… Henrik: Bei tempi! Tony: Yeah, erano bei tempi! E’ stato un po’ come riavvolgere il nasto, non come lanciarlo. Come mi ha detto mia moglie ascoltando questo album è che finalmente si può dire che ho ascoltato un sacco i Queen. Questo è Rock – barra – Heavy Metal. Henrik: E’ il nostro modo di diventare Sonata Arctica, con il nostro stile musicale. Sembrerebbe che la complessità nelle vostre canzoni sia aumentata da quando Henrik si è unito alla band, dopo la release di “Winterheart’s Guild” nel 2003, quanto di questa crescita nel songwriting è da attribuire a lui? Tony: Neanche un po’! (Scoppiamo a ridere, ndr) Henrik: Yeah, l’ho reso pazzo! Sei una coincidenza Henrik? Henrik: Yeah, esattamente! Attualmente c’è solo una cosa che ho cambiato, è stato in “Reckoning Night”…Era il mio primo giorno e Tony mi ha presentato dicendo “Ok, questo è il nuovo ragazzo! Lasciamogli provare qualcosa!” (Risate, ndr) Tony: O lasciategli fottere qualcosa! Henrik: Questa è la cosa principale che ho portato alla band! Tony: Attualmente penso che su questo album intenzionalmente ho scritto qualche parte e poi Henrik… (Mima con tanto di verso dei fogli che vengono stracciati, ndr) Henrik: E’ stato bello che tu mi abbia lasciato spazio per fare qualcosa…grazie! (Risate, ndr) Volete parlarci di qualche testo in particolare di questo nuovo album? Tony: Si di “My Dreams About A Drop Of Fuel For A Nightmare” non so se avete letto il testo, beh, ho il forte presentimento che nessuno capirà…ma ne voglio proprio parlare! Tutta la cosa è partita dal fatto che se hai paura dei tuoi sogni avrai paura anche della tua stessa ombra, è come se predicessi il tuo futuro e ne uscissi terrorizzato come se dovessi morire. Ho cominciato ad interessarmi a questo e mi sono detto “Ehy, sarebbe un buon soggetto per una canzone” quindi sono andato in libreria e ho preso un paio di libri che parlassero di questa cosa. Dopodichè ho provato a ricostruire un possibile sogno del genere in una canzone, ne è uscita una cosa molto teatrale dove riesci a vedere alcune situazioni atipiche dei sogni…come ad esempio fare skate con una foca o cose così! Henrik: Se per caso doveste leggere questo testo e non doveste capirlo non preoccupatevi, è frutto del delirio di qualcun altro! Come vi siete trovati al Gods Of Metal lo scorso anno? Noi l’abbiamo vissuta dal vivo e sappiamo cosa ne pensa la gente, ma voi artisti che ricordo avete di quell’esperienza? Tony: E’ stato divertente, indossavo dei pantaloni militari solo che erano gialli! (Ci mettiamo a ridere ricordandoli e ride anche lui, ndr) Non puoi immaginare quanta gente mi abbia chiesto dove puoi averli trovati! Tony: Oh, in un normalissimo negozio di vestiti da qualche parte in Finlandia. (Si rimette a ridere, ndr) Henrik: E’ stato un buon festival. Tony: Si, è stato grande. Faceva caldo e il posto era bello. Henrik: Ho potuto bere con Jens (Johansson, tastierista degli Stratovarius, ndr)…ancora una volta! Tony: Oh si, abbiamo bevuto parecchio nel backstage. Ed abbiamo visto Lemmy! (Cantante dei Motorhead, beh, non dovrei nemmeno dirvelo, ndr) Henrik: Ci siamo divertiti molto e tra tutti i festival in cui siamo esibiti questo aveva davvero una bella scaletta. Ti diverti un sacco quando incontri le altre band, ci sono persone che riesco ad incontrare solo ai festival perché tutti sono impegni con il tour o con qualcos’altro.. quindi un festival è come se fosse… Tony: Ritrovarsi! Rendezvous! Henrik: Yeah. Rendezvous! (Piccola fase di delirio sulla canzone di Amanda Lear e si continua) Henrik parlaci un po’ dei Mental Care Foundation. (Henrik rimane basito, ndr) E’ un esperienza piuttosto “particolare” se consideriamo le altre band in cui suoni! Henrik: Yeeeeaaahhh…..Fondamentalmente è come se fossi sdraiato a casa mia guardando la Tv mentre bevo qualcosa e faccio Thrash Metal con i miei amici. Abbiamo fatto due album, il secondo si chiama… Tony: “Hair Of The Dog”! (e lo dice con espressione piuttosto divertita, ndr) Henrik: Yeah. Adesso stiamo cercando di farci distribuire di più ma praticamente questo non è nient’altro che un hobby…chiedere a qualcuno di comprare il nostro album sarebbe già troppo! Facciamo solo qualche e show e solitamente il più vicino possibile a casa nostra! Sapete…è difficile andare e venire e…beh…qualcuno deve pur guidare! (risate, ndr) Tony: No puoi sempre chiamare un taxi! Henrik: Voglio dire, abbiamo fatto qualche show ad Helsinki, a Kemi e ovviamente a qualche matrimonio ma qualcuno doveva sempre guidare…per quello stiamo vicini a casa! Questa è la nostra attitudine…ed è qualcosa di completamente diverso di sicuro! Considerando quello che abbiamo visto sul DVD di “For The Sake Of Revenge” ci puoi dire cosa è successo alla tua tastiera Henrik? Vedertela spaccare non è sembrato una cosa preparata ma per lo più un gesto istintivo…cosa ti ha fatto quella tastiera? Henrik: Si era rotta fondamentalmente. Solitamente quando uso questa tastiera non dura mai più di due anni e c’era qualcosa che non andava. Nessuno se l’aspettava e ho deciso di farla finita. Ma non sono riuscito a nasconderlo granché alle telecamere! Quindi gli altri ragazzi non lo sapevano? Tony: No no, era troppo “pericoloso”. (In modo molto ironico, ndr) Henrik: Come si fa con la chitarra sai…però con quelle è più difficile perchè sono di legno e i pezzi non volano in giro così facilmente… Tony: Però non puoi bruciarla quella di plastica! Henrik: Yeah, attualmente sto parlando con il “tour-man” perché sto davvero pensando di bruciarne una… Tony: Ehhh??? (Grandi risate, ndr) Henrik: Si perché sai, farebbe delle belle fiamme ma poi ci sarebbe tanto fumo e la cosa potrebbe mettersi male e lo show si potrebbe interrompere se lo facessi. Sapete, la security.. Tony: (Sottovoce, ndr) Ma la prossima volta… Henrik: (Sottovoce, ndr) Si…la prossima volta! A proposito, il titolo di questo DVD è di una canzone non contenuta in esso ma che viene pubblicata solo ora con questo album. Avete scelto questo titolo per via della canzone stessa, è stato il contrario o che altro? Tony: Questa canzone non ha niente a che vedere con il Live DVD, ho scritto questa canzone in tipo quattro ore di fila. Henrik: Yeaahh…Qualcun altro forse! Tony: Si, qualcun altro…(Fanno dei versi e ridono, ndr) Henrik: Quest’uomo è arrivato da noi dicendo “Ehy ho scritto una canzone in quattro ore di fila” e noi: “Cosa?!?!” Tony: Si ho scritto sia musica che testo in queste quattro ore e…credo sia il modo perfetto per scrivere una canzone. Scrivendo la canzone ci ho aggiunto “For The Sake Of Revenge” e non ho potuto fare a meno di sceglierlo come titolo, era perfetto per una canzone quindi…perché non usarlo. Il problema ci sarebbe stato se avessimo fatto uscire “For The Sake Of Revenge” come nostro singolo, si sarebbe creata della confusione. E perché allora avete scelto questo titolo per il DVD? Tony: E’ una frase che usavamo spesso nel nostro tour in Giappone, tutto quello che facevamo era “per il sake della vendetta”, se volevamo bere una birra lo facevamo “per il sake della vendetta”. Henrik: Oh si…anche mentre guardavamo.. Tony: Yeah, guardavamo Spongebob alla tv “per il sake della vendetta”, quindi abbiamo cominciato a pensare “Ehy, sarebbe un bel titolo”. E’ passato un bel po’ di tempo dalla registrazione del DVD alla sua release…ma ha funzionato, è un buon titolo. “For The Sake Of Revenge”!!! Sappiamo che Jani (Liimatainen chitarrista della band, ndr) salterà il tour Europeo perché deve svolgere il servizio civile in Finlandia, come avete trovato il suo sostituto? Tony: Si, Jani non sarà in grado di unirsi alla band per quest’anno. Quindi starà fermo tutto l’anno? Tony: No, al momento non sappiamo quando potrebbe uscire da questa situazione. E’….è… Henrik: Solitamente di questo genere di cose te ne preoccupi quando sei giovane, a 18 o a 19 anni…nel 1997. Tony: Io ho fatto il militare tra il ’95 e il ’96. Noi non l’abbiamo fatto! Henrik: In Finlandia le cose sono diverse, devi farlo. Anche da noi fino a qualche anno fa, poi il governo ha deciso di togliere questo obbligo. Henrik: Beh, è una buona cosa. Tony: Da noi puoi fare il servizio militare o il servizio civile, oppure puoi andare in prigione o da uno psicologo che certifichi il fatto che tu sei assolutamente instabile. Ma questa sarà una cosa che rimarrà nei tuoi documenti e se dovessi cercare un lavoro normale questo ti potrebbe dare dei problemi. Henrik: Fondamentalmente quello che ha fatto Jani è stato rimandare, rimandare e rimandare fino a quando non ha dovuto affrontare la cosa. Tony: E gli hanno portato via il passaporto. Henrik: E noi in una situazione di merda così non potevamo farci proprio niente. Avremmo potuto cancellare delle date ma non sapevamo per quanto e sarebbe stato un problema. Tony: Mi piace come definizione: “situazione di merda”! Henrik: Quindi dovevamo scegliere tra cancellare tutte le date di quest’anno o cercare un rimpiazzo. Tony: Cancellare un anno di date sarebbe stato un suicidio per la band. Henrik: Penso sia stato il modo migliore di comportarsi in una merda così. Tony: Quindi abbiamo telefonato a Elias Viljanen… Henrik: Penso che dovremmo provare a fargli cambiare nome…è troppo difficile da pronunciare! Tony: “Elaias Villianen, Vilgianen!” (Risate, ndr) E-vil! Beh, lui ha la sua band e fondamentalmente fanno cose strumentali per chitarristi e ci hanno fatto da gruppo d’apertura per qualche data nel corso degli ultimi anni. L’avevamo visto suonare e ci eravamo resi subito conto delle sue capacità, quindi quando Jani è capitato in questa situazione Elias è stata la prima persona alla quale ci siamo rivolti. Penso sia il miglior sostituto possibile per Jani. E non pensate che a questo punto il rientro di Jani nella band possa essere più difficile del previsto? Tony: Potrebbe essere…per certi versi siamo davvero arrabbiati con lui perché ha fatto questo a noi. Ha messo noi in questa situazione fottutamente difficile anche se non avremmo voluto che succedesse. In certi momenti avrei voglia di staccargli la testa per quello che è successo perché sono davvero arrabbiato con lui (Henrik annuisce, ndr) ma con il tempo il nostro morale si calmerà sicuramente… Henrik: Non dobbiamo preoccuparci di questo adesso, valuteremo la situazione quando sarà il momento… Quanti anni ha scusate? Tony: 26. Lui non ci ha mai informati della cosa quindi…bah! Adesso vi farò un elenco di personaggi Finlandesi e voi dovreste descrivermeli con un aggettivo, pronti? Tuomas Holopainen (Nightwish). Henrik: E’ più amico tuo Tony…non lo conosco così bene. Tony: Genio. Timo Tolkki (Stratovarius). Henrik: Anche lui non lo conosco abbastanza. Tony: Genio. Una sorta di padre a livello musicale per me ma ultimamente un po’ instabile… Alexi Laiho (Children Of Bodom). Tony: Guitar hero. Henrik: E’ davvero divertente bere con lui! Ville Valo (Him). Tony: Oh, mr Love Metal. (Silenzio imbarazzante, ndr) E’ una star, è come una rock star. Henrik non risponde? Henrik: Forse alla prossima! Timo Kotipelto (Stratovarius). Tony: Un'altra grande influenza del mio passato e un grande cantante. Henrik: Mi ha salvato una volta, dovevo suonare ad un festival vicino a dove vive e ho dimenticato di prendere l’adattatore per la mia tastiera e dovevamo andare on-stage dopo circa mezz’ora ed eravamo davvero fottuti. Quindi ho chiamato Nino Laurenne dei Thunderstone che ha lo studio di registrazione lì vicino e gli ho chiesto se conosceva qualcuno che potesse prestarmelo al più presto possibile e lui mi dice “Yeah, dovrebbe averlo Kotipelto. Ti do il numero così lo chiami." Quindi lo chiamai e gli spiegai la situazione, che lo show sarebbe dovuto iniziare a minuti e non avevamo molto tempo. Al che lui ha iniziato a ridere e mi ha detto ero molto fortunato perché si trovava a casa, quindi ci siamo incontrati a metà strada e la cosa ha funzionato. E da quella volta lui è solito chiamarmi Muuntaja (Tony se la ride di gusto, ndr) che in finlandese significa trasformatore. Ok Mr. Muuntaja! (Risate, ndr) Nino Laurenne (Thunderstone). Tony: Studio man, produttore. Henrik: Ho fatto tre dischi da lui. E’ un bravo ragazzo. Tony: E’ il futuro dei produttori Finlandesi, è bravo, è un grande produttore metal. Ville Laihiala (Sentenced). Tony: E’ un grande ragazzo. Grande in tutti i sensi. Tony: Un Grosso ragazzo! Impressionante sul palco. Ultimo ma non per questo meno importante: Babbo natale. Henrik: Babbo natale… Tony: Mmm….Epsi! Henrik: Yeah Epsi! (Ridono, ndr) Cosa sarebbe “Epsi”? Tony: Una squadra di calcio! Della lapponia. Con questo è tutto! Grazie ragazzi della lunga chiacchierata! Se volete dire qualcosa ai nostri lettori. Tony: Novembre è solo dietro l’angolo, quindi…se ci sarete… Henrik: Sopravvivete fino ad allora!

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