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INDUKTI

Ciao ragazzi, benvenuti su Hardsounds.it! Per prima cosa raccontateci le origini della band… Ewa e Peter hanno fatto parte della band per ben quattordici anni. All’inizio si chiamavano Mikamwes, in seguito Vein e alla fine nacque Indukti, ma tutti i cambiamenti sono stati piuttosto indolori. Anche la musica ha subito una progressiva evoluzione, proprio come i monicker della band, che a un certo punto comincio a suonare più heavy, con un approccio più emozionale lasciando da parte il lato ‘matematico’, e fu deciso di cambiare il nome anche per via di queste nuove sonorità. La line up è quindi stata stabilizzata del tutto nel 2002. Credo che il vostro debut album “S.U.S.A.R.” sia molto interessante. Mi piacerebbe sapere qualcosa a proposito della sigla del titolo e se possibile un vostro commento su ogni brano SUSAR è un’unità definità. Forse avrai notato delle similitudini tra ‘Cold Inside” e ‘…And Weak’, così come ci sono similitudini tra 1181 e 11812. La musica è stata composta in diversi livelli; il più vecchio è rappresentato da “Shade” che abbiamo suonato in diversi modi nel passato, a volte addirittura con due singer, uno che cantava a proposito del sole e dell’universo, l’altro con del growling, per poi giungere alla parte strumentale definitiva. Mariusz se ne è venuto fuori con quello che poi è stato registrato ed è tuttora la versione che amiamo di più. Il brano successivo è “Urulu”, che è rimasto identico fino alla registrazione del disco. Il titolo deriva dalla sua struttura monolitica, è stato molto piacevole lavorare su questo brano. “…And Weak” e “no. 11812” sono state composte più o meno nello stesso periodo. “Cold Inside” e “…And Weak” all’inizio sarebbero dovute essere due canzoni separate; poco prima di entrare in studio decidemmo che inserire una sorta di intro, di preludo, sarebbe stata una buona idea, in modo da far risultare l’album più coeso. Il titolo “S.U.S.A.R.” sta per Suspected Unexpected Serious Adverse Reaction, che è il termine medico che definisce tutti gli effetti collaterali delle medicine che compri in farmacia. Non volevamo che la gente ascoltasse la nostra musica senza preoccupazione. Mariusz Duda, membro dei Riverside, ha scritto i testi del vostro album. Come è nata questa collaborazione? Non è esatto, Mariusz non ha scritto i testi. Al contrario ha composto le linee vocali, che sono grandiose, ed è una cosa che apprezziamo molto. Abbiamo conosciuto Mariusz a un concerto e finalmente siamo riusciti a portarlo in studio con noi, è stato molto divertente. Non credete che questa collaborazione possa rendervi troppo simili ai Riverside, almeno per ciò che riguarda le vocals? Riverside e Indukti sono due band diverse. E’ vero però che Mariusz, che canta nei Riverside, ha fatto la parte del guest nel disco. E’ lui che canta le linee vocali, e siamo molto felici di averlo sul nostro cd. Ma ad essere sincero non sono totalmente coinvolto dal suo lavoro con i Riverside. Lui è un frontman, e pensiamo che la sua attitudine, la sua differente musica e l’intero contesto sia così unico in ogni situazione che non conti più di tanto. O forse in questo modo abbiamo reso Riverside simile a Indukti, chi lo sa… In che stato versa la scena musicale polacca? Ci sono altre band affermate, o pronte a spiccare il volo, nella scena progressive? La scena progressive ufficiale è piuttosto defilata, ci sono diversi gruppi e un po’ di clubs che si occupano di questa musica. Le band che suonano questo genere di solito sono più conosciute al di fuori della Polonia. Le grandi label non sono interessante a investire dei soldi in questo genere di cose. Esistono molti festival dove si possono sentire un sacco di band interessanti ma sono organizzati in maniera molto modesta, senza sponsor o copertura mediatica. La band più valide e che più apprezziamo in Polonia sono Guess Why, Rootwater, Riverside, Dr. Zoydbergh, Neuma, Jesus Chrysler Suicide, Judy4, Antigama, Psychotropic Transcendental, Hariasen e molte altre. Alcune di queste le conosciamo personalmente e abbiamo anche suonato insieme in diverse occasioni. Da dove traete ispirazione per comporre i brani? Cerchiamo ispirazione in tutto ciò che ci circonda, ma a volte è qualcosa di troppo fragile per poterlo afferrare. Diversi aspetti della vita, eventi quotidiani, esperienze musicali, cosa che hanno a che fare con la musica e che ci rendono musicisti migliori sia dal punto di vista emozionale che da quello musicale, se capisci quello che intendo… cerchiamo di fare in modo che la nostra musica non sia semplice, o povera. A volte non avere un cantante rende questo obiettivo difficile, altre volte è proprio impossibile reggiungere certe mete ma finora siamo sopravvissuti. Come vi trovate a lavorare con Laser’s Edge? E’ un ottimo nome della scena progressive… Siamo dannatamente felici di poter lavorare con loro. I ragazzi sono molto conosciuti in giro per il loro lavoro di qualità. A volte Indukti è un po’ complicato da gestire per via della promozione, un vero casino, ma fortunatamente abbiamo Laser’s Edge alle nostre spalle, ahahah. Credete sarà possibile vedervi in giro per l’Europa e, di conseguenza in Italia? Speriamo di poter girare l’Europa presto. Quale altra risposta ti aspettavi, ahahaha. Vorremmo veramente vedere voi ragazzi italiani e suonare per voi un paio di shows. Presto suoneremo in Germania e sarà molto divertente, vi possiamo assicurare che Indukti dal vivo funziona alla grande. Grazie per il tempo concesso! Vi auguro buona fortuna, e vi lascio un ultimo spazio per dire ciò che preferite. Un grosso saluto a tutti i fan italiani e speriamo di vedervi presto in tour nel vostro assolato paese!!!

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