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EDITORIALE: Chi si accontenta non gode

Slayer

Con chi me la prendo oggi? Con quelli che ho ribattezzato "dinosauri della musica", come al solito? Uhm, quasi. Stavolta non è (solo) colpa loro. La cosa iniziava a crescermi dentro dai tempi di 'Repentless' degli Slayer, ed ora reclama tutta la mia attenzione grazie a due grosse cause scatenanti chiamate 'The Astonishing' e 'Dystopia' (rispettivamente di Dream Theater e Megadeth). Nei confronti di questi album si è scatenata in rete una pietas allucinante, un soggettivismo oggettivamente difficile da contenere in alcuni casi. Io stesso non posso affermare con certezza di esserne stato immune, ma il solo parlarne mi fa sentire meglio: un po' come per i tossici, no? Riconosci di esserlo e sei già a buon punto.

Generalmente dei dischi appena citati non si loda l'ispirazione, la innovatività, la bellezza, la vivacità. Se ne parla con tanta comprensione e compassione, come quando si parla del bambino scemo che non capisce un tubo pur applicandosi. Ebbene questi signori magari si applicano pure (e anche qui ci sarebbero delle vergognose eccezioni), ma principalmente per spennarci fino all'ultimo centesimo. Capite che c'è qualcosa che non va se ai tempo d'oro ci si esaltava per 'Awake', e ora lo si fa per quel polpettone ripieno di nulla da cui faranno anche un videogame? Il meccanismo è perverso: si trasforma quella compassione di cui parlavo prima in orgoglio, spesso smisurato, "perché i grandi non tradiscono mai, sono sempre loro, grandissimo album, lo sto ascoltando fino allo sfinimento". Si sta perdendo, per questi tizi che la loro parte di storia l'hanno indiscutibilmente fatta, il senso della misura. Ammettete che il disco ve lo state sparando in vena perché avete ceduto alla tentazione di comprarlo a prezzo pieno nei giorni dell'uscita, e ora col cavolo che riconoscete di aver fatto una cavolata. Alla fine ci si accontenta, questo è quanto.

Un disco spento e affatto violento da parte degli Slayer non è un disco degli Slayer. MA...Beh dai, è morto Jeff, Lombardo è andato via, sono anzianotti. No, assolutamente no. Le attenuanti nel metal ci fregano ogni volta. A questo punto anche la demo dei Purulent Gorgonzola Infection è un capolavoro assoluto, anche se che il cantante è un cesso (ma fa niente, è mio amico), il chitarrista va fuori tempo (suvvia, è il fratello della tipa che mi piace), e la drum machine sembra fatta da scorregge. Dinamiche identiche regolano l'esaltazione per un disco mediocre, che sia mainstream o underground poco importa nella sostanza, ma conta dal punto di vista dell'esposizione mediatica. Sapete che dopo esservi forzati ad ascoltare il compitino di Mustaine che sottomette Kiko Loureiro e Chris Adler facendoli suonare come i signori Brambilla non avrete la forza di andarvi a cercare un vero disco thrash con i contro-coglioni? Non diciamo che sia tutto oro quello che viene dal basso, anzi, magari in un'altra occasione parleremo dei gruppettini miseri che per non avergli affibbiato un 9 in pagella ti vengono a fare le pulci.

Tornando a noi, fateci caso: se gli album che abbiamo preso come parametro sono pure sufficienti, convenite che - proprio in quanto provengono dai mostri sacri - sanno di bocciatura? Voglio dire, io ascolto gli Slayer, qualità top, i migliori, necessito del disco che solo dopo dieci secondi mi fa sanguinare il collo. Se non avviene più questo, ok: ciao Tom, ciao Kerry, è stato bello. È lecito farlo, anzi sarebbe sacrosanto farlo ogni volta che un gruppo ci delude (avete presente i Muse? Dopo Ma-ma-ma-ma-madness faccio finta di non conoscerli, mi vergogno troppo). 'Repentless' me lo fanno a Olbia, a Vercelli, me lo fanno in una sperduta provincia della Slovacchia e pure in Indonesia. A questo punto il gruppo asiatico magari mi sta anche simpatico, ci faccio una chiacchierata, mi fa pagare il cd un prezzo onesto e sono anche soddisfatto di avergli dato modo di poter continuare il suo sogno. Mi fa tornare a scuola questo discorso, sono convinto che bisogna premiare gli scapestrati che con un guizzo riescono a raggiungere un onesto 7 e non gli ex primi della classe che da qualche tempo barcamenano nei pressi della sufficienza, che tanto facendo la media con l'augusto passato la promozione se la sono già guadagnata.

I Noisem, da Baltimora, Maryland, hanno tra i diciotto e i ventitré anni e hanno all'attivo due album, uno split e un ep.

Gli Ultra Violence da Torino hanno un età media di ventidue anni  e hanno pubblicato un ep e due album.

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