BLACK SABBATH: Anno Domini Box Set
Apprezzo moltissimo il periodo dei Black Sabbath con il talentuosissimo Tony Martin alla voce, di come Tony Iommi sia riuscito a risollevare artisticamente le quotazioni della sua creatura, seppur dal punto di vista commerciale le cose non sempre siano andate per il verso giusto. Da grandi cerimonieri dell’heavy metal si sono adeguati alle sonorità degli anni '80 con esisti superlativi, sfornando una manciata di dischi che per la prima volta sono stati raccolti in un prezioso cofanetto, in qualità audio remastered con l’aggiunta di un paio di tracce extra: peccato, anzi sarebbe stato doveroso includere anche ‘The Eternal Idol’, il primo meraviglioso album frutto della collaborazione tra Martin e Iommi. ‘Anno Mundi’ raccoglie in un’unica confezione ‘Headless Cross’, l’album che certificò l’ingresso leggendario batterista Cozy Powell (MSG, Rainbow e Whitesnake), dalle sonorità cupe e molto pesanti, forte di una scrittura di notevole spessore con almeno il suo apice grazie a "Devil & Daughter", "When Death Calls" e "Black Moon". "Tyr" traghetta lo storico gruppo in una dimensione epica elevatissima, seppur inusuale per i loro standard, ma in grado di raggiungere un pathos emotivo pazzesco. ‘Anno Mundi’, non a caso prescelta per battezzare il cofanetto, è sicuramente il brano più rappresentativo, in cui forza magia ed epicità sono perfettamente in sintonia, proiettando l’epic metal a livelli raggiunti raramente prima. Ritroviamo la medesima intensità a metà album, grazie alla triade "The Battle Of Tyr", "Odin’s Court" e "Valhalla", mentre "The Law Maker" ed "Heaven In Black" rappresentano il volto più pesante di ‘Tyr’. Lo storico bassista Geezer Butler rientra tra le fila dei Black Sabbath per la registrazione di ‘Cross Purposes’, un album che riporta il gruppo ad un suono più nervoso, ma di gran classe. Anche Bobby Rondinelli, subentrato a C. Powell, si prodiga in un lavoro pazzesco, basta ascoltare ciò che riesce a realizzare con il suo drum kit durante "Immaculate Deception": la title track, "Dying For Love", "Back To Eden" e "Cardinal Sin" certificano la grandezza assoluta dei Black Sabbath e di un cantante in stato di grazia. ‘Forbidden’, rispetto agli altri album, è stato soggetto ad un nuovo, necessario remix che rivaluta di molto il giudizio di un album ai tempi, pesantemente, stroncato ovunque. Il tentativo della svolta modernista, la produzione di Ernie C. dei Body Count e la collaborazione con il rapper Ice-T non rientrano nelle corde dei Black Sabbath, ma nel complesso ci sono cose buone da apprezzare: "I Won’t Cry For You", "Guilty As Hell" e "Kiss Of Death".
P 2024 BMG
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