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THE POODLES: Devil In The Details

data

23/03/2015
55


Genere: Hard Rock
Etichetta: Gain Records
Distro:
Anno: 2015

Chiamati ad un riscatto dopo la deludente quinta prova discografica il quartetto svedese, orfano del bassista Pontus Egberg, non riesce a dare quell'auspicata inversione di tendenza posizionandosi ancora una volta sotto la sufficienza. Un vero peccato perchè la partenza di questo lavoro farebbe ben sperare con un'opener dagli arrangiamenti maestosi e con la brillante "House Of Cards", dalle influenze seventies unite a una sana attitudine festaiola. Pian piano però l'insoddisfazione comincia a prendere corpo ascoltando il convenzionale melodic-rock "The Greatest", non male in cui però i riffs di Bergqvist puzzano troppo di U2, "Crack In The Wall" dagli schemi eccessivamente modern e soprattutto le imbarazzanti "What The Hell (Baby)" e "Stop" straziate da quei coretti tipici delle boy band che inquinavano il panorama musicale nella metà degli anni '90. Se la graziosa "Everything" pur senza gridare al miracolo recupera quella fresca spensieratezza di un album come il buonissimo 'Sweet Trade' dobbiamo stendere un velo pietoso sull'orrida "Need To Believe" (incipit zeppeliniano da denuncia per plagio con strofa e refrain simil-grunge); la band cerca di risollevarsi nel finale con le rockeggianti "Life Without You" e "Creator And Breaker", molto orecchiabili ma che non graffiano più di tanto, in ogni caso niente a che spartire con il trionfale disco di esordio, per poi chiudere mestamente con la spenta "Borderline". Stentiamo a credere che una band dalla notevole forza espressiva e dalla carica ironica come i Poodles abbia smarrito la retta via: Jacob sembra aver perso un po' di quella sfrontatezza che lo ha sempre contraddistinto, ancor più grave è il progressivo inaridimento delle fonti compositive che oggi ha raggiunto livelli non più tollerabili, certo è che l'uscita del talentuoso Pontus Norgren dopo il secondo album si è rivelata un disastro (siamo sinceri, Henrik Bergqvist non si è mai dimostrato un degno successore), troppi periodi di stanca e quei sussulti d'intraprendenza che ogni tanto affiorano non fanno altro che aumentare il rammarico per un'ulteriore occasione buttata via.

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