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THE DEAD DAISIES: Holy Ground

data

28/01/2021
76


Genere: Hard Rock
Etichetta: SPV
Distro:
Anno: 2021

Le margherite morte: supergruppo hard rock con membri a rotazione. Il 2021 vede: David Lowy, fondatore e chitarrista del gruppo (Red Phoenix, Mink), Glenn Hughes al microfono e al basso (Trapeze, Deep Purple, Phenomena, Black Sabbath, Voodoo Hill, California Breed, Black Country Communion), Deen Castronovo alla batteria (Journey, Bad English, Hardline, Revolution Saints), e Doug Aldrich alla chitarra (Whitesnake, Dio, Lion, Hurricane, House of Lords, Bad Moon Rising, Burning Rain, Revolution Saints). Rock australiano, rock americano e rock inglese e una raffica di performance virtuali ad anticiparne il ritorno. ‘Holy Ground’ è un prodotto altamente targato Hughes. Poche margherite. The Voice of Rock sta bene! E Glenn al primo ascolto è come Oceano: è il boss! E’ lui che decide se devi fare il bagno o meno, se puoi stare in piedi o in orizzontale, se puoi tenerti il costume o strappartelo via. In questo album la furia di Glenn ti investe per la maggior parte delle tracce, ma investe sia, te ascoltatore che, parte dei musicisti! Quasi in ombra le sporche chitarre di Aldrich e Lowy; a differenza di Castronovo (che è sempre una gioia sentirlo suonare) e che regge il confronto, perché gode di luce propria. Gli amanti di ‘Resonate (2016, sua carriera solista) apprezzeranno questo album. Quelli come me più legati ad album come ‘Songs In The Keys of Rock’ (2003), dopo l’onda rimarranno in piedi con una sensazione in bocca di sapore insipido. Ma io amo - amo troppo il sale della vita - e quindi vi guiderò in questa degustazione ai punti con maggior mordente dell’album. La seconda traccia "Like No Other (Bassline)" è il settebello di denari. E’ una linea di basso di successo, dinamica, efficace, accompagnata da una batteria aliena, un groove potente di chitarra, e termina in un assolo di basso più moderato e funky che diventa protagonista e ne ristabilisce l’atmosfera. "My Fate" è la traccia più bella. Ti porta pesantemente a pestare il tempo, con cadenza e aria black: alterna ombra a luce. Glenn colora la melodia con registri vocali bassi e improvvisi acuti. Fraseggi di chitarra armonizzano un sound molto Sabbath. ‘Chosen And Justified è una finestra immaginaria sul movimento gioioso di Deen Castronovo! "30 Days In The Hole" inizia con la risata realizzata di Deen che si accinge a reinterpretare gli Humble Pie. Poi arriva la sorpresa: canta lui o meglio duetta con Hughes. La batteria scandisce un ritmo corposo e le due chitarre alternano riff in più direzioni. Qui ho l’impressione che non si stanno solo divertendo loro, come mi era parso all’inizio dell’album. "Righeous Days" è un vortice, anzi un’onda da cavalcare! L’ultima traccia "Far Away" è perfetta dopo l’onda, è la canzone più lunga, reminescenza anni ’70, piacevolmente catalizzante, meravigliosamente originale nell’evolversi in un sound Purple: intensa. Nulla di nuovo sulla sfera dell’essere Hughes. Peccato per la linearità delle tracce che, non consentono di godere delle infinite sfumature della sua voce. Avrei voluto sentire linee di basso più marcate, volte a conferire tratti più caratterizzanti, e spazi - vuoti - a rafforzare soprattutto la brillantezza di Hughes nei registri bassi. Semplicemente più sale.

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