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THE CROWN: POSSESSED 13

data

28/10/2003
85


Genere: Thrash Death
Etichetta: Metal Blade
Anno: 2003

Sesto lavoro per i cinque folli thrasher svedesi; orfani di Tompa Lindberg (che ha occupato il posto di vocalist solamente per il sufficiente "Crowned In Terror" e relativo tour), i The Crown hanno pensato bene di richiamare quella furia umana di Johan Lindstrand, colui che senza nulla togliere al mitico Tompa considero la vera voce della band. "Possessed 13" può tranquillamente essere considerato come la seconda parte del mitico "Deathrace King" di un paio di anni fa...si ritorna al thrash/death sguaiato di scuola slayeriana, messo al servizio di una produzione grezza e potente, con chitarre belle sature e dannatamente anni '80. Se il precedente capitolo dei cinque scandinavi risultava forse troppo monolitico e pesante da digerire (nonostante una produzione pulitissima e una prestazione tecnica di eccellente livello), la nuova fatica di Lindstrand e soci riparte esattamente da dove era stato interrotto "Deathrace King", e basta ascoltare la sparatissima opener "No Tomorrow" per rendersene conto...i nuovi classici si intitolano "Face Of Destruction - Deep Hit Of Death", l'esilarante "Are You Morbid?", "Kill'em All" (davvero sembra di trovarsi di fronte ad un outtake del corrispondente ed immortale lavoro dei Metallica) e "Zombiefied!", quest'ultima dotata di un guitar-work perfetto e articolato, figlio dei migliori Slayer. Un brano che si pone prepotentemente al vertice della produzione targata The Crown. Dal punto di visto della produzione non credo ci sia nulla da dire, la qualità dello Studio Fredman ormai la conosciamo tutti...così come sappiamo che in genere (tranne varie eccezioni fra le quali spicca proprio "Deathrace King") il suono della batteria che esce da questi studi è poco potente, e la pecca più evidente di "Possessed 13" è proprio quella di valorizzare poco il drumwork di quella piovra sovraumana di Janne...chi ha presente l'album precedente sa a cosa mi riferisco. Nulla di grave, anzi, si tratta di un peccato veniale che non pregiudica il risultato finale, invero eccellente e sicuramente ai vertici della produzione thrash scandinava degli ultimi anni. A mio avviso il lavoro più bello e completo della band svedese, anche meglio di "Hell Is Here", il che non è poco...

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