THE BLANK CANVAS: Vantablack
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06/02/2019Prima fatica discografica per gli italiani The Blank Canvas, progetto musicale spiazzante e che lascia di sé un’immagine intrigante. Granitici ed allo stesso tempo eterei, gli artisti regalano un sound dalla presenza rock, con divagazioni al concetto di industrial ed electro. Tinte progressive, ottenebranti citazioni darkwave, sulfurei e minimali tratti di synth completano un quadro di sperimentazione e genialità. Difficile trovare un vero e proprio parallelismo con altri, per fantasia forse Mike Patton o i Mr. Bungle, così da lasciarci senza fiato. Dissonanze ed emanazioni psichedeliche sfumano un full-length che si presenta al nostro cospetto concreto e con i piedi piantati a terra, riuscendo al contempo ad essere etereo. Viaggio tra allucinazioni e speranze, mani nella polverosa terra e miraggi che ci proiettano in un viaggio tra sintetici impulsi e caleidoscopici cieli. Idealmente veniamo avvolti da una fascia colorata e multiforme di emozioni, un turbine di genialità che mostra una presenza tutt’altro che impalpabile, come alcune ambientazioni vorrebbero suggerire. C’è un ideale intreccio tra passato e presente, corsa in cui effetti elettronici ed anima psichedelica si aggrovigliano abbagliandoci, un flusso di note che con spiccata personalità colpisce l’ascoltatore, trascendendo definizioni e trafiggendo per intensità e tecnica. Strutture intricate, baluginare di sentimenti che vanno oltre limiti e confini, melodie e durezza stoner che sublimano in un disco che ci dice oggettivamente cose nuove. I The Blank Canvas diventano realtà di assoluto valore internazionale, italici alfieri di un genere che raccoglie influenze diverse, amalgamandole con perizia e audacia. Ci complimentiamo con i The Blank Canvas, spronandoli a continuare così, perchè questo è già un passo importantissimo nel mondo della musica. Ci auguriamo ne arrivino degli altri altrettanto convincenti.
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