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TEN: Stormwarning

data

18/02/2011
70


Genere: Hard Rock
Etichetta: Frontiers
Distro:
Anno: 2011

Decima fatica per Gary Hughes il quale, dopo una serie di alti e bassi e di prodotti non esattamente esaltanti, ci riprova con questo 'Stormwarning'. Salta subito all'occhio che la produzione è stata affidata per la prima volta ad un "esterno" che altri non è che il Pink Cream '69 Dennis Ward, il cui modus operandi (stilisticamente parlando) si avvicina molto ai lavori passati della band inglese. Il tutto risulta per fortuna meno impastato rispetto ai lavori precedenti, gli strumenti si riescono a distinguere quasi nitidamente e non mostrano quella ridondanza presente nel repertorio di Hughes. Ovvio, non sono i suoni dei Journey, W.e.t. oppure Treat, ed è però subito chiaro che nemmeno Ward sia riuscito a fare cambiare più di tanto il suono tanto amato da Gary. Ritroviamo i brani lunghi ed articolati (a volte però un po' troppo ripetitivi nel proporre per due minuti lo stesso ritornello), riscopriamo la splendida ed affascinante voce di Hughes in forma smagliante. Riconosciamo con enorme gaudio che alla batteria c'è quel mostro di Mark Zonder, epico picchiatore dei Warlord e Fates Warning che dona una prova eccelsa per un genere tuttavia non propriamente suo: dieci punti in più li merita questo disco grazie alle parti registrate da Mark. Immenso. Per quel che concerne i brani c'è un po' di tutto, dall'eroismo e grandiosità di "Endless Symphony", alla melodia avvolgente della titletrack che risulterà alla fine tra le migliori del lotto, passando poi alla semi-ballad "Love Song" che si tramuta ad up-tempo nell'inciso che la fa apprezzare completamente per la sua particolare struttura. "Destiny" è molto piacevole nel suo incedere e per il discreto ritornello. Si chiude con la beatlesiana ballata "The Wave". In conclusione, un buon prodotto, marcatamente migliore del suo predecessore 'The Twilight Chronicles', ma non ancora all'altezza dei capolavori sacri del passato. A questo punto risultano irrangiugibili i vari 'The Name Of The Rose' o 'The Robe'; con il passare degli anni difficilmente potranno i nostri albionici eroi tornare agli antichi fasti, tuttavia lo sforzo profuso per la riuscita di questo disco deve essere pienamente apprezzato e rimane comunque un prodotto di gran classe.

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