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SUBMERSED: IN DUE TIME

data

23/07/2005
80


Genere: Hard Rock
Etichetta: Sony/Wind Up Records
Anno: 2005

Se siete tra coloro che ancora rimpiangono lo split dei Creed, è in arrivo dagli States la band che può porre fine ai vostri dolori. I Submersed sono quanto di più vicino sia possibile ascoltare ai vecchi Creed, tra i solchi del loro debutto è possibile sentire ancora quella forza magnetica e quel perfetto equilibrio tra retaggi heavy e melodie soft, che hanno reso grande la band di Scott Stapp. Ma non solo i Submersed sono guidati da un cantante fenomenale come Donald Carpenter dotato di una voce profonda e vibrante in grado di sciogliere il ghiaccio e con la stessa attitudine a farsi "portatore dei mali di una generazione" che ha reso Stapp unico ed inimitabile. "In Due Time" è il debutto di questa band texana, ma il talento e le capacità compositive sono talmente evidenti che sembra di avere a che fare con dei veterani; d'altronde se Scott Philips e Mark Tremonti (entrambi ex Creed ed ora negli Alter Bridge) si sono scomodati il primo per suonare la batteria su tutti i brani dell'album, il secondo per produrlo e suonare l'intro su "Flicker", vuol dire che questi ragazzi hanno stoffa. E la dimostrazione si ha fin dal trittico iniziale formato da "Hollow", "To Peace" (con uno dei chorus più belli che ho mai sentito) e "In Due Time", dove i Submersed mischiano melodie stupende ad assalti metal con richiami anche agli Iron Maiden. Questi primi tre brani mettono in mostra il lato più personale del gruppo che mischia influenze post grunge a sonorità metal tradizionali e ricama con quel gusto melodico unico che solo i Creed avevano. "Dripping" e "Flicker" mostrano il lato più soft dei Submersed con un Donald Carpenter che fa meraviglie, immerso in melodie da sogno. Peccato però che la band finisca un pò per rovinare questa magia con brani come "Parallelism" e "Deny Me" palesemente clonati dal songbook dei Creed e dove Donald Carpenter fa di tutto per copiare il timbro di Stapp; un peccato dato che si tratta di composizioni superflue e che inficiano il valore dell'album. Fortunatamente i Submersed si riprendono con "You Run" e "Divide The Hate" potenti e melodiche allo stesso tempo, chiudendo con la romantica "Piano Song" (letteralmente da brividi) e "Unconcerned" una magia in musica. Da segnalare poi i bellissimi testi che accompagnano questo "In Due Time" pregni di spiritualità e impostati quasi come pagine di un diario e che ingigantiscono l'impatto della parte musicale. Si tratta di un esordio di grande valore e da questa band c'è da aspettarsi molto se riuscirà a superare la tentazione di voler a tutti costi essere come i Creed, anzichè lasciarsi semplicemente influenzare da questa grande band; questo è un disco che va assolutamente almeno ascoltato, se non lo fate vi perdete qualcosa di speciale.

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