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SEPULTURA: BENEATH THE REMAINS

data

02/09/2004
84


Genere: Thrash/Death Metal
Etichetta: Capitol
Anno: 1989

Abbandonate almeno parzialmente le troppo evidenti influenze slayeriane che ne hanno segnato gli esordi, i Sepultura spiccano con questo “Beneath The Remains” il primo consistente balzo in avanti della loro carriera. Le chitarre hanno un suono allo stesso tempo grezzo e rugginoso mentre le pulsazioni della batteria sono secche, scarne, ma perfettamente amalgamate nel contesto creato da Mr. Scott Burns, produttore leader del death metal a cavallo tra anni ottanta e novanta. In tutto sono nove brani che oscillano continuamente tra thrash e death metal, mostrando qua e là qualche celata reminescenza hardcore punk; i riff di Kisser e il drumming di Igor Cavalera possono apparire semplici o ripetitivi quanto volete, ma è innegabile il fatto che il mix di immediatezza e aggressività che ne deriva abbia davvero un impatto disarmante. È impossibile infatti rimanere indifferenti dinnanzi a pezzi capolavoro, che hanno segnato la storia della band, come “Inner Self” o la stessa title track. La voce di Max Cavalera è sempre più feroce e adatta a urlare al mondo la rabbia dei quattro brasiliani, un'avversione totale che emerge con forza anche dalle lyrics firmate dalla coppia di chitarristi. Senza inutili giri di parole, i testi sono lucide e ciniche analisi della situazione tutt’altro che rosea in cui si trova la razza umana (“I step on skull of generations that have not formed, I hear painful cries of wars that are to come”). Ognuna delle nove tracce proposte meriterebbe una lode particolare, ma il miglior pregio di questo lavoro è la compattezza d'insieme dei vari pezzi, che rende "Beneath The Remains" uno dei masterpiece della band. Se la strepitosa "Mass Hypnosis", con quei suoi cambi di ritmo imprevedibili e spietati è una delle migliori composizioni di sempre dei Sepultura, il resto del disco si mantiene comunque su livelli elevati: altri due brani di valore assoluto come "Sarcastic Existence" o "Primitive Future" (il classico colpo di grazia) dovrebbero fugare ogni dubbio sulla qualità di "Beneath The Remains", un album cui dovete riservare obbligatoriamente un posto sul vostro scaffale.

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