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SAVAGE GRACE: MASTER OF DISGUISE

data

23/07/2006
85


Genere: Speed Metal
Etichetta: Black Dragon
Anno: 1985

Speed metal, questo sconosciuto! Quante volte, in quest'epoca dove i veri miti vengono dimenticati per far posto ai falsi idoli, si sente dire che questo genere non è mai esistito, che esiste solo il dolce power metal da una parte e il rabbioso thrash dall'altra... Ebbene, signori miei, potete benissimo far credere ciò a chi non conosce la storia della nostra musica preferita... ma la semplice esistenza di un disco come "Master Of Disguise" smentisce tutte le vostre blasfeme eresie! Iconograficamente estremi e pervertiti (e la recente condanna di Christian Logue con un variopinto capo d'imputazione conferma parzialmente i sospetti) i Savage Grace non sono altro che l'ennesimo felice prodotto dell'America degli anni '80, la più grande scuola di heavy metal mai esistita. E' in un certo senso da loro che sono nati gli Omen, inossidabili e valorosi portabandiera dell'epic metal più battagliero e aggressivo (il chitarrista Kenny Powell militava un tempo in queste fila), ma c'è poco in comune tra le due band: questo disco, registrato già senza l'ausilio del grande axeman, è infatti un autentico trionfo di heavy metal on speed, con una formula di quelle davvero infallibili! La sezione ritmica è travolgente e inarrestabile, soprattutto grazie al devastante lavoro di Dan Finch dietro le pelli, instancabile e assolutamente incapace di concedere tregua... non c'è praticamente un solo brano in cui il tempo non sia quanto di più veloce le vostre orecchie di traditional heavy metal fans possano sostenere! Che dire poi dell'entusiasmante opera di Christian Logue e Mark Marshall alle chitarre? Immaginate la velocità degli Agent Steel, il gusto per l'armonia degli Iron Maiden e la ricercatezza dei Judas Priest, il tutto portato alle estreme conseguenze e col pedale sempre pigiato a fondo sull'acceleratore... come se non bastasse, la fiammeggiante ugola del desaparecido Mike Smith, vero screamer di scuola ottantiana, con nulla da invidiare a nomi più blasonati quali John Cyriis o Michael Kiske! In questo disco nulla sembra non funzionare: i brani si susseguono uno più avvincente dell'altro. L'intro "Lion's Roar" (di consapevole memoria Iron Maiden) apre la devastante "Bound To Be Free", semplicemente uno dei più emozionanti heavy metal anthem che gli eighties ci abbiano regalato, e poi si susseguono le varie "Into The Fire", "Master Of Disguise" e "Sins Of The Damned"... tutto in un turbinare vorticoso di up-tempo spietati e chitarre roventi, con ritornelli ficcanti e melodici che non tarderanno a farsi cantare a squarciagola! L'unico difetto del disco è forse una certa omogeneità, ma questo è un genere nato per catturare l'attenzione subito e senza compromessi... potete stare certi che, viaggiando a 100 miglia all'ora sulla moto dei Savage Grace, la noia sarà l'ultimo dei vostri pensieri. Dopotutto, this is speed metal, con tutti i pregi e i difetti del caso... se siete stanchi di ascoltare solo Exciter e Agent Steel, è ora che scopriate questa autentica rivelazione!

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