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PENSÉES NOCTURNES: Nom D'Une Pipe!

data

21/04/2013
72


Genere: Avant-garde Black Metal
Etichetta: LADLO Productions
Distro:
Anno: 2013

Trovare una giusta collocazione musicale al progetto Pensèes Nocturnes è quanto di più complicato si possa fare, e questo è senz’altro un merito che, da subito, riconosciamo a Vaerohn, colui che guida questo vero e proprio carrozzone sonoro, scrivendo e suonando tutti gli strumenti presenti. Potremmo più semplicemente definirlo un Avant-garde metal album, ma forse carrozzone è la definizione giusta, una sorta di teatrino ambulante che gira senza una chiara metà da raggiungere e senza preoccuparsi del giudizio del pubblico; solo tanta musica teatrale, introspettiva, a tratti grottesca, tra solitudini urlate in chiave post-black metal, e tante altre sfumature di grigio, al quale Vaerohn sembra finalmente aver dato la giusta dimensione. Il disco si apre con la presentazione in pompa magna dell’ex presidente francese Sarkozy (il che è tutto dire), dopo di che il salto nelle visioni di questo artista può iniziare, altalenante e spiazzante, tra musiche da operetta, trombe, clarinetti e sassofoni, il tutto ovviamente inserito in un contesto heavy, incerto e sfocato a tratti, ma sicuramente interessante, che riflette stati d’animo tendenzialmente inclini al nichilismo e alla solitudine; volendo, una versione più pesante e quasi cacofonica di alcune produzioni Diablo Swing Orchestra. Dopo tre album alle spalle, molto più ostili e pesanti, questo nuovo 'Nom d’Une Pipe!' mostra molti passi in avanti, ma ancora qualche punto debole, come se l’obiettivo creativo non sia ben messo a fuoco, complice anche la poca immediatezza dei brani che necessitano di tanti ed attenti ascolti. Ma ci sono anche momenti di assoluto livello, come ad esempio in "La Chimère", in "L’Androgyne" o nella suite "Le Marionnettiste". Come detto all’inizio, realizzare un lavoro di difficile omologazione in un genere dove è stato scritto quasi tutto, non può che ricevere un plauso, per cui se volete ascoltare un disco fuori dagli schemi o se seguite con interesse il movimento avant-garde, troverete pane per i vostri denti. La traccia conclusiva, un’opera che ricorda lo stile del compositore norvegese Grieg, conclusa tra le urla del pubblico in un contesto di trombe festaiole, non si presta ad altri commenti.

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