You are here: /

OPETH: MY ARMS YOUR HEARSE

data

07/04/2004
100


Genere: Death Metal & More
Etichetta: Candlelight
Anno: 1998

Questo è uno dei tipici lavori per cui mi verrebbe voglia di consegnare come recensione una pagina vuota, tanto inutile risulterebbe il tentativo di spiegare con mere parole la profondità e la complessità di un’opera d’arte così armoniosamente cupa. Provando ugualmente a sviscerare attraverso una breve analisi la terza fatica della prolifica band svedese, non possiamo non cominciare dal titolo dell’album, “le mie braccia, il tuo carro funebre”. Ancor prima di cominciare a suonare, la band riesce con un titolo così emblematico ad evocare gli universi più grigi, i pensieri più bui, le lacrime più amare. Per non parlare dell’immagine di copertina, perfetta con i suoi toni morti nell’abbracciare il senso di sconforto che prende vita sugli spartiti di Akerfeldt. La narrazione scorre vorticosamente, spaziando da riflessioni soffuse ad esplosioni di sontuoso death metal che a volte lasciano il campo ad accenni di un black tormentato e sinistro, simile per certi versi a quello glaciale proposto dagli Immortal in “Battles In The North”, tanto penetrante è il gelo che stritola il cuore dell’ascoltatore (a tal proposito ascoltate “April Ethereal”). Ed è proprio questo il bello degli Opeth: l’inclassificabilità assoluta della loro musica, capace di conglobare in uno stesso brano la ferocia del death più nichilista con ambientazioni prog dark da sindrome di Stendhal musicale! E come se non bastasse il risultato complessivo è di una compattezza disarmante, come se far convivere elementi così distanti fra loro sia la cosa più naturale di questo mondo. Difficile indicare il brano migliore di questo masterpiece; potrebbe essere la variopinta “Demon Of The Fall”, con i suoi mille cambi di scenario, oppure la già citata “April Ethereal”, oppure ancora la conclusiva “Epilogue”, morbido affresco strumentale che chiude nel migliore dei modi un album che all’epoca è quasi passato inosservato, salvo poi rivelarsi uno dei lavori più meritevoli degli anni novanta.

MANY DESKTOP PUBLISHING PACKAGES AND WEB PAGE EDITORS NOW USE Reviewed by Admin on Jan 6 . L'Amourita serves up traditional wood-fired Neapolitan-style pizza, brought to your table promptly and without fuss. An ideal neighborhood pizza joint. Rating: 4.5

Commenti

  • Awake

    Molto bella la recensione, peccato per la brevità. Album di una classe senza eguali.

Lascia un commento

live report

Appunti01

DEFLORE + OVO
Glitch - Roma

Gli industrial mongers romani festeggiano i 20 anni di carriera presentando il nuovo lavoro 'Defective Music for A Daily Psichosis', sempre su Subsound Records; il più complesso di tutta la loro produzione. L’opera sale alla distanza attraverso t...

Nov 23 2024

2015 Webdesigner Francesco Gnarra - Sito Web