ONIRISM: Falling Moon
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26/03/2018Realtà a metà tra Emperor e Cradle Of Filth, la one man band Onirism approda al proprio secondo capitolo discografico. Un album, nel 2016, poi due ep ed uno Split a spezzare un silenzio discografico di soli due anni. Parliamo di un black metal epico e sinfonico, ricchissimo di solenni suite orchestrali ben incastonate nella struttura metal. Fanno capolino a tratti divagazioni folk, teatrali passaggi che, come folletti danzanti, regalano una certa frizzantezza al disco. La voce, sempre corrucciata, parla con i toni della sofferenza, lasciando poi spazio ad una quiete scandita da intermezzi strumentali e da un crescendo che emoziona. Eleganza, poi un fiume in piena che ci travolge e che, come marea nera, ha il retrogusto di quella violenta brutalità degli Anorexia Nervosa. Scopriamo interessanti spunti vocali, epici e puliti, unitamente agli interludi che guardano anche all’elettronica e non solo al concetto classico di sinfonia. Stupisce la tecnica strumentale nel complesso dell’artista Vrath, che come dicevamo poc’anzi, è unico protagonista, capace di stare su ottimi livelli in ogni singolo aspetto del disco. Molte volte, ci troviamo di fronte a realtà debitrici di un sound anni novanta, che è poi andato via via spegnendosi. Non è il caso degli Onirism, capaci di seguire determinati percorsi, aggiungendo sfumature più attuali ed accostabili al concetto di ambient. Il cammino di crescita del progetto, dal primo album del 2016 ad oggi, è stato costante, affinando aspetti e particolarità che, nel recente passato, risultavano più acerbe. In un mondo fatto di luci ed ombre, questo sogno ad occhi aperti non fa che infondere una magica speranza. Gocce di romanticismo cadono su uno specchio d’acqua nel quale, silenziosa, scivola la nostra anima. Neri pensieri, poi bianca luce lunare si alternano, contemplazione di una notte che non è così buia come a volte prudentemente crediamo. 'Falling Moon' è un ottimo album, auspichiamo di una lunga serie di capitoli di symphonic black metal di pregio.
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