MESSENGER: Threnodies
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05/05/2016La natura compositiva dei Messenger affonda le sue radici nel progressive settantiano. Ma per fortuna il quintetto inglese non si ferma alla sola ispirazione, e tenta di progredire guardando avanti, pur rischiando lì dove già altre poche temerarie band hanno provato a farsi strada. Presentare il passato sotto una veste moderna, però, è risaputo presenta più di un ostacolo, in particolare quando non riesci bene a bilanciare le parti in gioco. Il rischio di perdere il filo del discorso è sempre dietro l'angolo, e capita come nel caso di 'Threnodies' di dare la sensazione di saperci fare, ma di non riuscire nell'intento di raggiungere l'obiettivo. I Messenger sono una band rodata, abile sul piano tecnico e maniacale sul piano degli arrangiamenti, riesce a dare forma alla proprie canzoni, non la sostanza necessaria per farle vivere di luce propria. Così ti ritrovi tra le orecchie un disco sempre in bilico tra alti e bassi, tra brani riusciti ed altri meno, con la convinzione però che da un momento all'altro la band possa esplodere e dare dimostrazione di tutte le sue non poche capacità. Siamo al secondo disco in studio. Il terzo sarà quello della svolta?
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