LONELY KAMEL: Dust Devil
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13/12/2011Il viaggio attraverso i deserti degli Stati Uniti inizia con un blues che più blues non potrebbe essere ("Grim Reefer" e "Blues For The Dead"). Sapientemente amalgamato con lo stoner crea un mix d'impatto che cattura a primo acchito. I norvegesi (non l'avrei mai detto che un popolo che vive così al freddo poteva partorire un sound così caldo) si divertono ad assemblare un disco, loro terza prova, che sembra una compilation. Infatti non è difficile scorgere rimandi a Danzig ("Seventh Son", il brano più coinvolgente della release con il suo psycho-doom possente, e "Ragnarokr"), Monster Magnet ("Evil Man", dal ritornello molto orecchiabile: killing a man is easy when you are evil like me), Soundgarden ("Rotten Seed", "The Prophet" e "Roadtrip With Lucifer" sembrano tratte dalla seconda parte della loro carriera), e Jimi Hendrix con le due conclusive "Hard To Please" e "Whorehouse Groove". Opera molto ruffiana, ineccepibile sul piano compositivo, esecutivo e di produzione, con quelle sonorità che non ci mettono molto a catturare l'attenzione, per poi riscoprirsi a canticchiarle; ovviamente piene di groove e di capacità di coinvolgere con soluzioni catchy di chi è un navigato mestierante del settore.
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