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LEAVES' EYES: The Last Viking

data

04/11/2020
82


Genere: Symphonic Metal, Folk Metal
Etichetta: AFM Records
Distro: Audioglobe
Anno: 2020

I Leaves' Eyes cercano di mettersi definitivamente alle spalle tutte le situazioni e le polemiche che li hanno visti protagonisti soprattutto in occasione dello split con Liv Kristine, poi sostituita con la cantante finlandese Elina Siirala. Se la bionda singer scandinava si è ritrovata nel difficile compito di prendere il posto di una figura carismatica (altrettanto bionda) ed entrata nel cuore dei fan come la Kristine, dal canto suo la band non appariva ancora aver trovato probabilmente la piena quadratura del cerchio in 'Sign Of The Dragonhead', primo album con la nuova line-up. Sono passati altri due anni e i Leaves' Eyes ritornano con un nuovo lavoro dedicato ai vichinghi, intitolato anzi "The Last Viking", che si ricollega sotto questo profilo in qualche modo ai precedenti album "Vinland Saga" e "Kings Of Kings". Il nuovo full-length, più specificamente, è un concept interamente dedicato alla vita e alle gesta di Harald III, un vichingo che per molti anni visse in esilio combattendo come mercenario nel Mediterraneo (lo ritroviamo anche in Asia Minore e in Sicilia), prima di tornare nel suo Paese e riprendere il trono, condividendolo inizialmente con il nipote, come viene ricordato in "Two Kings One Realm", un brano peraltro tra i più particolari, tra violini e percussioni folk, con un refrain invece quasi tendente al pop. Con questo nuovo lavoro, la band sembra effettivamente riuscire a catalizzare tutta la propria esperienza, esprimendosi al meglio delle proprie potenzialità: siamo rimasti quasi sorpresi per come la voce della Siirala riesca ormai a coniugarsi con la musica del combo tedesco in un mix assolutamente perfetto ed efficace, incastonandosi alla perfezione anche con il growl di Alex Krull. Incantevole pure un brano in cui i due sono affiancati da Clémentine Delauney, cantante dei francesi Vision Of Atlantis, che ritroviamo dietro ai microfoni nella bella "Black Butterfly". La produzione peraltro riesce senz'altro ad esaltare ulteriormente tutti gli elementi che caratterizzano la musica dei Leaves' Eyes, nei suoi cori maestosi, orchestrazioni epiche, strumenti folk, riff decisi e arrangiamenti molto ben curati. La band si cimenta in vari ambiti, alternando pezzi potenti e veloci, praticamente power ("Chain Of Golden Horn", "Serpents And Dragons"), tracce più tendenti al folk o medievaleggianti ("Death Of A King", "Serkland"), se non proprio ascrivibili al folk più allegro e scanzonato, con cori da osteria, come nel caso di "Varangians". Talvolta si sentono le influenze dei Nightwish, specialmente del periodo con Tarja Turunen ("Black Butterfly", "Night Of The Ravens"), o alcuni pezzi tendono più al gothic/death, come si può notare in "Break Into The Sky Aeon". Ancora, nella tracklist ritroviamo brani molto catchy come "Dark Love Empress", accanto ad altri più articolati come la titletrack, una traccia lunga oltre dieci minuti che rappresenta un po' la summa dei diversi elementi presenti nello stile della band. Insomma, non possiamo dire che i Leaves' Eyes con quest'album inventino nulla, però riescono a elaborare tante idee in un mix assolutamente convincente, che funziona e si sviluppa senza conoscere cali o cedimenti per tutta la durata del disco. Preferiamo perciò evitare paragoni o confronti con la loro discografia o con le loro precedenti line-up, per concludere invece che questo nuovo album, preso in sè, ascolto dopo ascolto, ci ha sempre più conquistati. 

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